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Firenze

Istituto Universitario Olandese di Storia dell'Arte di Firenze

"Memoriale di molte statue et picture sono nella inclyta cipta di Florentia" di Francesco Albertini

Pubblicato nel 1510, sei anni dopo la "scopritura del David" di Michelangelo sull'Arengario di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria, il Memoriale di molte statue et picture di Francesco Albertini è la prima descrizione sistematica nota dei tesori artistici di una città e può essere considerato il prototipo per tutte le successive guide di Firenze. Il Memoriale di Albertini conta appena 16 pagine, ma è il primo scritto conosciuto interamente dedicato all'arte fiorentina nel proprio contesto storico.

L'attuale edizione commentata (di cui si vede il frontespizio nell'immagine a sinistra) si basa sulla riproduzione del manoscritto originale conservata alla Biblioteca Riccardiana di Firenze. Le altre due copie si trovano presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nella Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

 

Più della metà dei dipinti e delle sculture descritti nel Memoriale non era mai stata menzionata prima al di fuori dei documenti legati a lettere e commissione dell'opera. Ne sono esempi noti la Santa Trinità di Masaccio nella Chiesa di Santa Maria Novella, l'Annunciazione Cavalcanti di Donatello nella Chiesa di Santa Croce, il Crocifisso di Michelangelo nella Chiesa di Santo Spirito e l'Angelo che Leonardo da Vinci dipinse nel Battesimo di Cristo di Andrea del Verrocchio, a quel tempo nella Chiesa di San Salvi. (Nell'immagine sopra si vede: "Crocifissione con San Bernardo, la Vergine, i santi Maria Maddalena, Giovanni Evangelista e Benedetto, dipinto dal Perugino tra il 1493 e il 1496. L'affresco fu recensito dall'Albertini nel Memoriale ed è esempio di opere d'arte ancora nel luogo originale: la Sala del Perugino della Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi. La Sala del Perugino è stata recentemente riaperta al pubblico, dopo il restauro, ed è accessibile da via della Colonna n.9, dall'ingresso principale del Liceo Michelangiolo nei giorni martedì e giovedì, ore 14,30 – 17,30. Altri momenti di visita sono prenotabili chiamando Firenze Musei, Tel: 055 294883).

Della presente edizione è autore lo storico dell’arte Waldemar de Boer e ne è curatore Michael W. Kwakkelstein, direttore dell'Istituto Universitario Olandese di Storia dell'Arte (edizioni: Centro Di, Firenze). Un ricco corredo di annotazioni e illustrazioni caratterizza l'attuale edizione del Memoriale; nelle 240 pagine vi sono 32 tavole a colori e 246 immagini in bianco e nero corredate dalle relative schede. Un vero e proprio viaggio tra i capolavori presenti a Firenze nei primi anni del 1500 che oggi in gran parte è andata dispersa.


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L'immagine, mostra un momento della presentazione, con gli autori, il Presidente del Consiglio Comunale, E. Giani e il prof. Francesco Salvestrini dell'Università di Firenze, dell' edizione critica e annotata del Memoriale Albertini del 1510 nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio. Le proiezioni della presentazione hanno accompagnato le descrizioni dei relatori sulle attribuzioni dell'Albertini e un riepilogo sulle "cose memorabili" andate distrutte o disperse. Il Memoriale di Albertini è una delle prime e interessanti fonti sulla pittura e sulla scultura della città, al contempo è una guida attraverso le emergenze fiorentine scomparse o ancora presenti: le chiese, i conventi, i palazzi adornati dai capolavori di Ghiberti, Donatello, Masaccio, Ghirlandaio...

Francesco Albertini, biografia e opere

Francesco di Santi di Jacopo Albertini nacque ad Acone (Pontassieve) intorno al 1469 e morì in data incerta, comunque dopo il 30 agosto 1510, ovvero almeno dopo la fine del manoscritto del Memoriale.

Antiquario e membro del clero, visse durante uno dei più importanti e interessanti periodi della storia dell’arte. Quando arrivò a Firenze, negli anni Settanta del Quattrocento, artisti come Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, i fratelli Antonio e Piero del Pollaiuolo e Andrea del Verrocchio erano i più importanti maestri della città di Lorenzo de’ Medici, emerso come intelligente e influente patrono delle arti.

Dal 1488 Albertini è legato alla basilica di San Lorenzo, prima come cappellano e successivamente come sagrestano e canonico. Fu a Firenze anche durante l’inizio del secolo successivo, negli anni in cui si trovavano in città Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti impegnati nei loro celebrati capolavori.

Durante il periodo fiorentino, Albertini fu testimone di un crescente interesse delle classi privilegiate e istruite verso l’antichità classica, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica e la poesia.

Gli ideali dell'Umanesimo, così profondamente abbracciati da Lorenzo de’ Medici, ebbero duratura influenza sulle ambizioni di Albertini e sui suoi interessi di scrittore.

Intorno al 1505, si trasferì a Roma, dove divenne cappellano del cardinale Fazio Santoro da Viterbo. Fu così testimone del processo con cui la Città eterna sottrasse gradualmente a Firenze il ruolo di capitale europea per l'arte e la cultura.

Oltre al Memoriale, di Albertini rimangono due libri: l'Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae e il Septem mirabilia orbis et urbis Romae et Florentinae civitatis. L'Opusculum de mirabilibus è la pubblicazione più elaborata e conosciuta. Albertini vi descrisse i principali edifici e monumenti dell'antica e moderna Roma.

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Pagina pubblicata il marzo-2011 - Aggiornato il 13-Apr-2016