Sorcino Crociato di razza amiatina
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"Alcuni anni fa, impegnati nella realizzazione del Parco
Faunistico del Monte Amiata, a seguito di un incontro con il Prof. Romagnoli,
Preside della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Pisa, si ebbe
notizia delle condizioni precarie, ormai vicino all'estinzione, di questa razza
autoctona di somarello dell'Amiata; indagini successive ci mostrarono un
quadro piuttosto sconfortante in quanto il patrimonio genetico era ormai rappresentato
da una quarantina di soggetti in tutto con sei o sette esemplari sull'Amiata,
un piccolo nucleo nella tenuta di Cernaia (GR) dell'Istituto di Incremento
Ippico della Toscana, un piccolissimo nucleo presso l'azienda Ortalli-Giacobazzi
a Ventoso di Scandiano in Emilia, un'altra rappresentanza presso una cooperativa
ligure e pochissimi soggetti sparsi.
Decidemmo di impegnare immediatamente il Parco in un'opera di
conservazione della specie e acquisimmo immediatamente l'ultimo maschio presente
sull'Amiata, organizzammo subito, con questo bel soggetto, una stazione di
monta gratuita, cercammo di censire tutte le femmine presenti in zona e tentammo
tutto il possibile per convincere i proprietari a farle riprodurre.
Prendemmo immediatamente la decisione di pubblicizzare l'iniziativa attraverso
comunicati, articoli e notizie anche per sollecitare la segnalazione di soggetti
che non erano ancora stati censiti.
Di recente abbiamo acquisito al patrimonio del Parco anche tre femmine che
cercheremo di far riprodurre; intendiamo collaborare con tutti coloro che sono
interessati al progetto, ci proponiamo di mettere a disposizione, in una sorta
di affidamento, i soggetti che in futuro, ci auguriamo, nasceranno nel Parco.
Di recente si è costituita a Grosseto l'AMA (associazione allevatori micci
amiatini) diretta da Roberto Benedetti con sede in Viale Europa 40 che ha lo
scopo di studiare, recuperare e diffondere questa razza animale.
L'Asinello Amiatino è piuttosto bello di aspetto: grigio, ventre chiaro (detto
di biscia), orecchie orlate, zampe zebrate ed una fascia scura che prosegue
dalla criniera e si ricollega con la coda, intersecata da un'altra striscia
all'altezza del garrese (detta croce di S. Andrea). Assai rustico e facilmente
adattabile a situazioni disagevoli sia per gli aspetti climatici che per l'alimentazione.
L'altezza media è di circa 1 metro e 35 centimetri, un po' più alto del sardegnolo
e un po' più piccolo del Martina Franca.
Probabilmente è l'unica razza italiana discendente dell'asino africano.
Sembra infatti che sia stato introdotto in Toscana circa quattromila anni fa
da mercanti Fenici o Etruschi e da quel tempo questo straordinario animale
ha collaborato con l'uomo.
Un tempo era presente in quasi tutte le stalle amiatine ed era di grandissimo
aiuto nella dura vita delle nostre genti, ma in meno di mezzo secolo è stato
completamente soppiantato dai mezzi meccanici ed oggi sembra essere mantenuto
da pochi amatori. E' assolutamente necessario impegnarsi per garantirne la
sopravvivenza in quanto, l'asinello sorcino crociato di razza amiatina,
è portatore di un grande patrimonio genetico che non deve disperdersi anche
in vista di
possibili, auspicabili utilizzazioni future (si comincia a risentire parlare
di uso nelle zone con boschi particolarmente disagiati dove potrebbe essere
più utile dei mezzi meccanici, di uso per passeggiate turistiche, di uso per
ippoterapia, di utilizzazione del latte per la produzione di cosmetici ed altro
ancora).
La nostra campagna di salvaguardia consiste anche nel convincere i proprietari
delle femmine a farle riprodurre, possibilmente curando la certificazione della
razza.
Altra cosa importante sarebbe una collaborazione di privati che, avendone le
condizioni, potrebbero contribuire al progetto acquistando, adottando o prendendo
in affidamento uno o più soggetti. Questi asinelli, per altro sono facilmente
gestibili in quanto, oltre ad essere intelligenti, sono assai rustici, frugali,
pazienti, umili, sobri e nel lavoro sono sempre molto forti e generosi."
(Niso Cini Direttore del parco)
(da:" Il Parco Faunistico del Monte
Amiata e l'Area Geografica del Monte Labbro a cura di Lucio Niccolai
ed. I Portici 1996)

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