Rembrandt, Nudo femminile sdraiato e di spalle " Négresse
couchée", 1658 acquaforte, puntasecca e bulino
80 x 157 mm
Rembrandt e Morandi
mutevoli danze di segni incisi
Museo Morandi - Bologna 1 novembre 2006 - 7 gennaio 2007
Che
Morandi si fosse interessato a Rembrandt proprio agli inizi della propria
formazione autodidattica come incisore, è risaputo.
Nella
sua biblioteca non mancavano pubblicazioni sull'artista olandese,
mentre nella collezione figuravano almeno cinque incisioni.
Bisognerà guardare
Rembrandt con gli occhi di Morandi per carpire il segreto della loro
lontanante vicinanza.
A prima vista, i contatti sembrano circoscritti
alla sua fase giovanile, ma le cose non andarono proprio così.
Se non è tanto
indicativo il fatto che Morandi possedesse un piccolo nucleo di incisioni
dell'artista, riescono più significative le prove del suo affaticarsi
sulle pagine della monografia che Münz aveva dedicato alle acqueforti
di Rembrandt.
Morandi, quando si risolse a incidere, all'opulenza tecnica
e descrittiva di Rembrandt oppose l'estrema rarefazione della "sua" natura,
rinunciando a ogni complicata commistione di acquaforte, puntasecca e bulino
per puntare quasi esclusivamente, dopo le sperimentazioni tecniche degli
anni fra il 1921 e il 1923, sulle acqueforti.
Il punto di incontro con
Rembrandt, Morandi lo rintraccia sul piano della variabilità del
segno, verso l'emulazione delle potenzialità espressive della linea
incisa.
Il bolognese non riesce meno prodigioso dal punto di vista tecnico,
se le sue libere e mutevoli aggregazioni di tratteggi sanno scomporsi e
ricomporsi in un'infinità di modi, più controllati o più informali,
più sottili o più marcati.
La sua povertà di mezzi
e la moderata gamma di soggetti alimentano una sfida alla rovescia.
Morandi
rinuncia a ogni forma di seduzione "esterna", si concentra
sul segno inciso e lo sottopone a costante metamorfosi, alla fine
riuscendo
non meno abile, virtuoso e di effetto del maestro olandese.
Nato
a Bologna, avrebbe potuto ereditare l'humus locale scegliendo
il mezzo più descrittivo
e rassicurante del bulino: chi non sa infatti che a Bologna fu Marcantonio
per primo a portare questa tecnica a risultati di eccezionale competizione
emulativa della natura, con il concorso della lezione di Dürer?
Ma Morandi decide piuttosto di percorrere un'altra strada, che di
nuovo incrocia
Bologna: qui l'acquaforte venne esercitata da Parmigianino e
poi da alcuni tra i più intelligenti e sensibili artisti bolognesi,
da Annibale Carracci a Guido Reni, che seppe tradurre i toni
argentei della Pala della
Peste, prediletti da Morandi, nella luminosità rarefatta
delle proprie acqueforti.
Tuttavia Morandi non avrebbe potuto
sostenere
con esiti costantemente
elevati l'estrema castigatezza formale delle sue immagini se
non avesse incontrato la ricchezza vitalistica e trionfante delle
linee
incise e la
mutevole scenografia delle luci e delle ombre di Rembrandt.
L'unica
volta che si ispirerà a Rembrandt anche dal punto di vista
iconografico, con la sua Conchiglia del 1921, Morandi lo farà emulando
la sola natura morta dovuta all'olandese, quel conus marmoreus
del 1650 che per
la sapiente "ricreazione" dell'artista pare cambiare
pelle e dal mondo dei naturalia trasmigrare in quello degli artificialia.
Per Morandi
non si trattava, comunque, di competere con la natura: bastavano
i diaframmi artistici del segno mutante, così come le
figure geometriche di Galileo, a fargli oltrepassare le colonne
d'Ercole
del reale, mentre
lo sguardo continuava a rimanere fisso sugli oggetti intorno
all'uomo.
Rembrandt e Morandi mutevoli danze
di segni incisi
Sala Ottagonale del Museo Morandi - Piazza Maggiore, 6 Bologna
Apertura: 31 ottobre 2006 ore 18
Orario di apertura:
Martedì - venerdì ore 9 - 15;
sabato
- domenica ore 10 -18,30 chiuso il lunedì - Ingresso gratuito
Enti promotori
Museo Morandi - Istituzione Galleria d'Arte Moderna e Gabinetto dei Disegni
e Stampe degli Uffizi
A cura di Marzia Faietti direttrice del Gabinetto
Disegni e Stampe degli Uffizi - Firenze. Catalogo testi di Marzia Faietti
e Giusi Vecchi
Mostra organizzata in occasione delle celebrazioni
per i 400 anni dalla nascita di Rembrandt, il grande artista
olandese.
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