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Mostre a Firenze
Fattori e il Naturalismo in Toscana
Breve biografia di Giovanni Fattori
©
in www.zoomedia.it "Carrozza alle Cascine" di G. Fattori 18 marzo
2008
per
"Fattori e il Naturalismo in Toscana" in
mostra fino al 22 giugno 2008
alla villa Bardini di Firenze
1825
1849
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Giovanni Fattori nasce a Livorno il 6 settembre
1825 e inizia a lavorare fin da piccolo al banco d’affari del
fratellastro Rinaldo, manifestando una precoce passione e un indubbio
talento per il disegno. A 15 anni il padre Giuseppe lo manda perciò a
lezione dal pittore Giuseppe Baldini. E’ il 1846 quando Fattori
si trasferisce a Firenze, dove studia per alcuni mesi con Giuseppe
Bezzuoli per poi iscriversi all'Accademia di Belle Arti. Le condizioni
economiche assai precarie non gli impediscono di seguire i corsi
con regolarità. Attratto dagli ideali risorgimentali, nel
1848 si lega al Partito d’Azione diffondendone la stampa clandestina,
senza tuttavia prender parte ai moti rivoluzionari. L'anno dopo è a
Livorno assediata dagli austriaci, tragica esperienza che ne alimenta
il patriottismo e la sensibilità morale e artistica.
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1850 1859 |
Fattori legge perlopiù i grandi
romanzi storici, da cui trae spunti iconografici importanti. E’ il
periodo della ricerca artistica condotta in solitudine, lontano dalla
scuola. A Firenze è tra i primi frequentatori del Caffé Michelangiolo.
Fattori inizialmente resta ai margini delle discussioni dei pittori
progressisti (chiamati di lì a poco “Macchiaioli”),
ma ne viene comunque influenzato. Nel 1852 lascia l'Accademia e inizia
una carriera autonoma che lo costringe a guadagnarsi da vivere. Con
una serie di vignette litografiche per le gazzette debutta nella grafica
e attratto dalla pittura dal vero dipinge numerosi ritratti dei familiari
e paesaggi. Nell'estate del 1859 ritrae dal vero dei soldati francesi
accampati alle Cascine. Sono i suoi primi esperimenti di pittura con
stesura a macchia, escursioni in un realismo particolare, che ricava
nuovi fermenti dall’incontro con il pittore romano Nino Costa.
Dietro suo consiglio Fattori partecipa al concorso Ricasoli, che vince
con il bozzetto Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta in cui
risalta un’inedita concezione della cronaca. E’ la fase
dei soggetti di carattere militare. |
1860 1867 |
Lo sperimentalismo della macchia si
allarga alle scene dal vero e procede verso una crescente libertà esecutiva,
che Fattori applica soprattutto alla pittura di paesaggio e ai temi
dell’umile lavoro quotidiano, autentica fonte di ispirazione.
Nel luglio del 1860, a 35 anni, sposa Settimia Vannucci che nel 1867
morirà di tubercolosi. La malattia della moglie costringe la
famiglia a lasciare il clima insalubre di Firenze per Livorno, dove
l’artista dipinge vari ritratti. Cambia intanto l’atmosfera
politica. Il nuovo Regno d'Italia (1861) non corrisponde alle aspettative
e agli ideali del Risorgimento e la cocente delusione, insieme alla
morte di Settimia, ha in Fattori effetti deprimenti, uno stato d’animo
triste e negativo dal quale lo riscatta l’amicizia di Diego Martelli.
La grande tenuta di
Martelli a Castiglioncello lo ospita per qualche mese per poi diventare meta
di frequenti soggiorni e scenario di numerosi dipinti maremmani. |
1869 1881 |
Nel 1869 Fattori riceve dall'Accademia di
Belle Arti di Firenze la nomina a professore di pittura. Negli anni
seguenti si esercita nelle prime incisioni. Una delle
sue tele più famose, la Carica di cavalleria, è del 1872, l’anno
in cui l’artista va per la prima volta a Roma. Nel 1875 si decide anche
ad andare a Parigi, viaggio tuttavia culturalmente deludente. L’incontro
con gli artisti francesi, in particolare con gli impressionisti, lo lascia infatti
quasi indifferente. Intanto l'Esposizione Internazionale di Filadelfia premia
il suo dipinto Mercato di Cavalli in Piazza Montanara, opera poi perduta nel
naufragio del piroscafo Europa col quale stava rientrando in Italia. Alla Battaglia
di Custoza lavora fino a circa il 1880, anno in cui l'Istituto di Belle Arti
di Firenze nomina Fattori professore onorario. L’approccio ai temi militari
e all’epopea del Risorgimento è cambiato, l’entusiasmo annega
nel rimpianto, nella rassegnazione. Fattori prende sempre più spesso la
via della Maremma, la campagna diventa il tema prediletto. Ormai avviato alla
mezza età, il pittore conosce Amalia Nollemberg, una giovane di cui si
innamora e con cui avrà una lunga relazione fonte di molte critiche e
perciò poi interrotta. |
1882 1890 |
In Maremma, nella tenuta La Marsiliana
del principe Tommaso Corsini di cui è ospite, Fattori scopre
i butteri e lavora a vari studi. In questi anni realizza anche le prime
importanti incisioni (nel 1884 la Cromo-Lito Pistoiese fa una tiratura
di venti sue litografie), tra cui quella derivata dal dipinto Carica
di cavalleria. L’inizio della relazione con la vedova Marianna
Bigazzi, che sei anni dopo sposerà, risale al 1885.
L’anno dopo l'Accademia di Firenze gli affida l’incarico di professore
di perfezionamento. I riconoscimenti non bastano a ripagare i nuovi stimoli creativi
e ciò provoca in Fattori una spinta crescente a chiudersi in se stesso.
Nel 1887 il mondo dei butteri debutta all'Esposizione Nazionale di Venezia con
tre dipinti: Il riposo, Marcatura dei puledri e Il salto delle pecore. Nel 1889
Fattori espone delle acqueforti alla Prima Esposizione di Belle Arti di Bologna.
Nella circostanza, l’Accademia locale lo nomina membro onorifico. Nel 1890
riceve una menzione speciale all'Esposizione Universale di Parigi e la medaglia
d'oro alla rassegna internazionale di Colonia. |
1891 1908 |
Il decennio di fine secolo si distingue
per la particolare produttività. Fattori realizza molte incisioni
all'acquaforte e partecipa regolarmente alla Biennale di Venezia fin
dalla prima edizione del 1895. Riceve anche molti riconoscimenti ufficiali:
nel 1900 la medaglia d'oro dell'Esposizione Universale di Parigi per
l'incisione
Bovi al carro (Maremma); nel 1901 è chiamato a far parte della Commissione
artistica della Calcografia Nazionale di Roma; nel 1903 il corpus delle sue incisioni
viene pubblicato in edizione speciale in cartella. Nel maggio di quello stesso
anno muore anche la seconda moglie Marianna. Nel 1904 l'Esposizione universale
di St. Louis lo premia con la medaglia d’argento. Nel 1907, a 82 anni,
sposa in terze nozze la sessantaduenne Fanny Martinelli che solo un anno dopo
lo lascia di nuovo vedovo. E’ il 1908: il 30 agosto anche Giovanni Fattori
muore a Firenze, in un’aula dell’Accademia. |
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