Nel nuovo Museo dell'Opera del Duomo
"Un Nuovo Grande
Museo Europeo "
presentazione di Timothy Verdon,
direttore del Museo dell’Opera
del Duomo di Firenze
- Storia
del Museo dell'Opera el Duomo di Firenze
-
Foto dell'anteprima del 21 ottobre 2015
- Aperto dal 29 ottobre 2015
- Visita
al cantiere del 17 -12 -2014

©www.zoomedia.it - vanna
innocenti - 21 ottobre 2015
Nella foto la grande ricostruzione in resina marmorea
dell’antica
facciata di Arnolfo di Cambio, l’incompiuta facciata trecentesca
del Duomo di Firenze. Per la riedificazione, a grandezza
reale: 36 metri di lunghezza,
20 di altezza e 15 di profondità, in questo nuovo spazio espositivo
chiamato sala del Paradiso, è stato seguito un
disegno originale realizzato prima dello smantellamento della facciata
del
1586-87.
Sul
modello sono
ricollocate, alle altezze originali, quaranta statue e statuine provenienti
dall’antica facciata del duomo, tra cui i famosi Evangelisti
di Donatello, Nanni di Banco, Niccolò Lamberti e Bernardo
Ciuffagni.
©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 21 ottobre 2015
Sul
lato opposto, di fronte alla facciata nella Sala del Paradiso, sono
esposte
le
tre
porte bronzee originali del Battistero di San Giovanni con, al centro,
quella di Lorenzo
Ghiberti
che Michelangelo chiamò “Porta del Paradiso”.
Nell'allestimento di questa parete è stato scelto di ricollocare
sopra le porte anche i monumentali gruppi statuari realizzati
nel XVI secolo di Giovan Francesco
Rustici,
Andrea Sansovino
e Vincenzo Danti.
Nell'immagine si vede la Porta Nord appena montata nel museo dopo il recentissimo
restauro e sovrastata dal gruppo bronzeo la Predica del
Battista di
Giovanfrancesco Rustici, composto dalle statue di San Giovanni
Battista, del Fariseo e del Levita. Sono grandi
sculture realizzate a tutto tondo che erano collocate
sulla Porta Nord dall'estate del 1511. Vai
alle immagini
che illustrano le altre sale. L'inaugurazione
del Museo per il 29 ottobre è organizzata in
previsione del V
Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa Italiana a Firenze
dal 9 al 13 novembre 2015.
Informazioni: Il
Museo dell’Opera del Duomo
di Firenze ha sede in Piazza del Duomo 9 ed è aperto tutti
i giorni della settimana,
dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Il percorso espositivo segue un ordine
cronologico dal piano terra fino al secondo piano
Biglietto Unico di 15 euro comprensivo della visita del Museo, del
Battistero, del Campanile di Giotto, della Cupola del Brunelleschi
e della Cripta di Santa Reparata. Bambini sotto i 6 anni gratuito.
Bambini da 6 a 11 anni compiuti € 3,00
Fino al 26 gennaio 2016, possibilità di acquistare un biglietto
congiunto che permette la visita al Museo, al Battistero e alla mostra “Divina
Bellezza tra Van Gogh, Chagall e Fontana” a Palazzo Strozzi.
Costo 12 euro, ridotto 6 euro. Museo completamente accessibile ai non
deambulanti. Tel. Centralino 055 - 2302885.
Un Nuovo
Grande Museo Europeo
descrizione di Timothy Verdon, direttore
del Museo dell’Opera
del Duomo di Firenze
"Nella più celebre città d’arte
d’Europa,
Firenze, sta prendendo forma una grande struttura espositiva: il
nuovo Museo dell’Opera del Duomo, la cui apertura sarà il
29 ottobre 2015. Nel cuore della regione Toscana, che ogni
anno attira
46 mila visitatori, l’innovativo museo avrà venticinque
sale, alcune delle quali di dimensioni gigantesche, lunghe da venti
a quasi quaranta metri e con soffitti che vanno da sei a diciotto
metri.
Queste inusuali dimensioni non sono un lusso ma una necessità.
Fondato
nel 1891, il Museo dell’Opera del Duomo possiede la maggiore
concentrazione di scultura monumentale fiorentina al mondo: statue
e rilievi medievali e rinascimentali in marmo, bronzo e argento
di Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Lorenzo Ghiberti, Donatello,
Luca
della Robbia, Antonio Pollaiuolo, Andrea del Verrocchio, Michelangelo
Buonarroti ed altri ancora. Quasi tutte queste opere furono realizzate
per gli esterni ed interni delle strutture ecclesiastiche che sorgono
davanti al Museo: il Battistero di San Giovanni, la Cattedrale
di Santa Maria del Fiore ossia Duomo, il Campanile di Giotto. La
missione
particolare
del Museo dell’Opera infatti è quella di presentare
in modo adeguato le opere fatte per questi edifici, che nell’insieme
costituiscono ciò che oggi è chiamato il “Grande
Museo del Duomo”.
Dei severi limiti di spazio resero impossibile
l’adempimento
di questo compito nei primi 120 anni d’esistenza del Museo.
Le appena due sale originalmente aperte al pubblico mano a mano
aumentarono
a diciotto, ma anche queste erano insufficienti per le centinaia
di opere della collezione, di cui le più grandi rimasero
in casse nei depositi. Ancor peggio, le sale del vecchio Museo
erano troppo
anguste per le opere, molte delle quali con grandezze più che
naturali e intese per essere viste da lontano. Negli anni 1990
poi divenne evidente che altre opere ancora, rimosse dai monumenti
per
restauri, per ragioni conservative avrebbero dovuto essere collocate
in futuro al Museo, dove però mancava lo spazio.
Fu quindi con notevole sollievo che nel 1997 l’Opera del Duomo
poté acquistare una vasta struttura attigua al vecchio museo,
con 3000 metri quadri da aggiungere ai 2500 del museo esistente. Quest’edificio,
realizzato nel 1778 come teatro, era servito a vari scopi nell’Otto
e primo Novecento, e in ultimo a quello di garage per parcheggiare
le macchine, e – essendo ormai privo di caratteri architettonici
storicizzati - secondo le vigenti normative italiane poteva essere
riplasmato in conformità alle esigenze dell’acquirente,
che ne doveva conservare la sagoma e solo le altezze preesistenti.
L’Opera del Duomo si mise allora a elaborare un progetto d’allestimento
globale per lo spazio più che raddoppiato risultante dalla fusione
dell’edificio nuovo con il vecchio museo.
Già i primi
sopralluoghi all’immenso vano spoglio fecero capire che
sarebbe stato possibile risolvere lo spinoso problema museologico
di come esporre
i più di 100 frammenti provenienti dalla facciata medievale
smantellata nel 1587: quaranta statue, molte delle quali di dimensioni
monumentali, e intorno a sessanta elementi di rivestimento esterno
con decorazioni scolpite e musive.
Guardando i 36 metri di lunghezza
dell’antico teatro, l’altezza che sforava i 20 metri
e la larghezza altrettanto ampia, abbiamo compreso che qui sarebbe
stato
possibile ricostruire l’antica facciata di Arnolfo di Cambio,
mai portata a più di un terzo della quota prevista e ben
conosciuta grazie a un disegno realizzato al momento dello smontaggio
nel XVI
secolo di Bernardino Poccetti.
Così, secondo il progetto
preparato dagli architetti fiorentini Adolfo Natalini, Piero
Guicciardini e Marco Magni, la prima sala del
nuovo Museo presenterà, su una delle pareti
lunghe, una ricostruzione in scala della fronte trecentesca
del Duomo, con
le statue collocate
nelle posizioni indicate nel disegno cinquecentesco. Le opere
di particolare importanza che, in tale sistemazione, risulterebbero
troppo lontane
dallo spettatore verranno esposte invece in basso, con calchi
nelle nicchie in alto. Nella medesima sala verrà poi
posizionata la Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, di fronte
alla porta
mediana
della ricostruita facciata con le sue statue marmoree; le altre
due porte bronzee del Battistero troveranno posto a destra
e a sinistra
della Porta del Paradiso. Sopra le tre porte andranno i monumentali
gruppi statuari cinquecenteschi realizzati per queste posizioni,
e nella stessa sala verranno infine esposte anche i due grandi
sarcofagi
romani che per tutto il Medioevo e Rinascimento stettero all’esterno
del Battistero.
Riunendo così opere concepite per stare
insieme ma successivamente disperse, l’allestimento di
questo spazio di 500mq riattiverà il dialogo tra l’Antichità,
il Medioevo, il primo Rinascimento e la Maniera che un tempo
fu il vanto di Firenze.
A quest’esperienza evocante la
magnificenza della piazza esterna, seguiranno tre ambienti
più piccoli: una Cappella delle reliquie
con capolavori d’oreficeria medievale, rinascimentale
e barocca; una sala con pale d’altare votive con, al
centro, la Maria Maddalena penitente di Donatello e, infine,
una sorta di santuario in pietra
serena dove il visitatore può contemplare la penultima
scultura di Michelangelo, una grande Pietà pensata probabilmente
per la tomba dell’artista, che lo ritrae nell’atto
di adagiare il corpo del Cristo tra le braccia della Madre.
La visita del musei continua al primo piano, nella
galleria lunga 36 metri che ospita le sculture
realizzate per il Campanile di
Giotto - sedici statue a grandezza naturale di Andrea Pisano,
Donatello e
i loro collaboratori - nonché quasi sessanta formelle,
tra cui alcune di Luca della Robbia. Su un lato della galleria,
una serie di
aperture lasciano vedere la Sala dell’Antica facciata,
punto di riferimento visivo per il corredo scultoreo del Campanile
realizzato
successivamente. Una seconda galleria – lunga
venti metri e alta sei –ospita oggetti collegati alla
costruzione della Cupola brunelleschiana: modelli lignei quattrocenteschi,
materiali costruttivi e attrezzi d’epoca,
la maschera funebre del Brunelleschi e il ritratto cinquecentesco
nella nicchia commemorativa realizzata nelle stanze usate dall’architetto
negli anni in cui diresse l’innalzamento della cupola.
Al secondo piano del museo poi, un’altra galleria lunga
trentasei metri ospita opere del tardo Cinque e primo Seicento
relative agli sforzi degli regnanti
medicei di “modernizzare” la Cattedrale: grandi modelli lignei
dei progetti di Bernardo Buontalenti, Giovan Antonio Dosio, Gherardo
Silvani ed altri
per la nuova facciata a sostituzione di quella smantellata nel 1586,
nonché statue
effimere e dipinti realizzati per le nozze del granduca Ferdinando I
alla principessa Cristina di Lorena nel 1589.
Anche qui una serie di
aperture verso la sala rende
continuamente presente l’imponenza della vecchia facciata, e
un filmato aiuta i visitatori a visualizzare la funzione della cattedrale
come tempio
dinastico.
A questo punto il percorso riconduce nelle sale al
primo piano del
Museo storico, dove un allestimento completamente nuovo evoca l’interno
del Duomo, con una seconda selezione di tavole a fondo d’oro
medievali e rinascimentali, e con le cantorie di Luca della Robbia
e Donatello; in altre sale sono esposti
venticinque rilievi dal coro cinquecentesco realizzato da Baccio Bandinelli,
e l’altare d’argento fatto per il Battistero insieme al
monumentale crocifisso d’argento di Antonio Pollaiuolo.
Insieme
a queste suppellettili si trovano anche tessuti liturgici di particolare
importanza, tra cui i ventisette
pannelli ricamati disegnati dallo stesso Pollaiuolo negli anni Sessanta
del Quattrocento per il sontuoso parato usato nella festa liturgica
del patrono
cittadino, San
Giovanni Battista.
Un’ultima sfilata di sale documenta
il processo pluridecennale che portò,
negli anni 1880, alla realizzazione della facciata neogotica che
oggi adorna il Duomo: disegni, dipinti, statue marmoree, gessi
e modelli ricreano il variegato
panorama d’impulsi architettonici e decorativi del periodo
risorgimentale ossia d’unificazione nazionale. Firenze infatti
fu la capitale d’Italia
dal 1865 al 1871, quando la sede del governo venne trasferita a
Roma, e la nuova facciata del Duomo era il primo monumento significativo
del nuovo Stato
Nazionale."