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Firenze

Al primo piano degli Uffizi

L' "Adorazione dei pastori "
"Gherardo delle Notti quadri bizzarrissimi e cene allegre
Presentazione della Soprintendente Alessandra Marino

Nella prima esibizione monografica su Gherardo delle Notti (Gerrit van Honthorst 1592 - 1656) è stato elaborato un particolare allestimento che vede protagonista la pala che si pensò perduta nell'attentato mafioso degli Uffizi nel 1993: l'Adorazione dei pastori. Quei frammenti e le polveri di colore abrase dalla tela, ritrovate dopo la violenza della bomba, furono ricollocate in un paziente restauro restauro che fu presentato nella decennale ricorrenza del 27 maggio 1993, nel Salone dei 500 alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Alberto Ciampi.
L'opera oggi è un monito morale "s’è fatta memoria di quella stagione buia, assurgendo però nel contempo a simbolo anche d’una rinascita orgogliosa" (A. Natali).


Adorazione dei pastori, la grande tavola di Gherardo delle Notti del 1619 dipinta per l'altare della cappella maggiore di Santa Felicita, com'è oggi.

Particolare della Madonna con il Bambino di Gherardo delle Notti nell'Adorazione dei pastori; i colori e gli effetti luministici sono richiamati alla memoria dalla proiezione multimediale allestita in mostra al primo piano degli Uffizi. ©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 9 febbraio 2015.


©www.zoomedia.it vanna innocenti 9 febbraio 2015
Le proiezioni ed i suoni dell'allestimento intorno all'Adorazione dei pastori

rievocano anche i terribili momenti dopo la barbarie.



La presentazione della mostra di Alessandra Marino
Soprintendente ad interim per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze

"Si apre, con questa mostra dedicata a Gherardo delle Notti, la serie di esposizioni del nuovo ciclo di “ Firenze 2015. Un anno ad arte” che il Polo Museale Fiorentino offre alla città e ai suoi molti ospiti. Vari sono i motivi che devono far guardare a questa prima rassegna con estremo interesse. Gerrit van Honthorst (noto in Italia come Gherardo delle Notti in ragione dei suoi straordinari dipinti ambientati al chiarore di luci che squarciano il buio) è stato innanzitutto uno dei più significativi pittori del gruppo dei cosiddetti caravaggeschi.
Un’importanza documentata da una fama che nel corso dei secoli è rimasta pressoché inalterata e bene attestata dalle parole di Luigi Lanzi, che ricordando come Gherardo avesse imitato Caravaggio, subito sentì la necessità di sottolineare come lo avesse fatto «traendone solo il meglio».
Tuttavia, nonostante tale notorietà, si deve riconoscere a questa esposizione fiorentina il merito di essere la prima a lui interamente dedicata, con la presentazione al pubblico di quasi tutti i dipinti che all’artista sono oggi ricondotti e che qui sono illustrati da Gianni Papi, ideatore e curatore della mostra, tra i massimi studiosi di Caravaggio e dei suoi seguaci.

Tra queste opere esibite è anche l’Adorazione dei pastori, la grande tela commissionata a Gherardo delle Notti per la chiesa di Santa Felicita, colpita in modo irreparabile dall’attentato del 27 maggio 1993, ricostruito in tutta la sua cruda e scellerata violenza nelle accorate pagine che il direttore della Galleria, Antonio Natali, ha voluto scrivere per questo catalogo.

Un dipinto che oggi, purtroppo, ben poco può dirci della bellezza che l’artista aveva raggiunto nella composizione, ma che costituisce da solo, assurto ad alto monito morale, un altro dei motivi per cui sentiamo con urgenza la necessità di salutare questa mostra come tra le più significative tra le tante, bellissime, che negli anni gli Uffizi ci hanno offerto.
Dell’una e dell’altra questione bene diranno i saggi contenuti nelle pagine che seguono. Mi sia quindi consentito di soffermarmi su un altro aspetto che l’esposizione pone alla nostra attenzione.
Per quanto l’itinerario offerto al visitatore indaghi soprattutto sugli anni italiani del pittore (peraltro, come Gianni Papi documenta, ancora ardui da ricostruire nella loro completezza), Gerrit van Honthorst è stato un pittore europeo: la sua attività in Olanda e in Inghilterra alla corte di Carlo I, unita alle molte opere commissionate da Cristiano IV re di Danimarca, lo rendono indubbiamente uno dei protagonisti di una cultura artistica che travalica i confini delle singole nazioni.
Quest’ampio respiro internazionale è reso palpabile scorrendo l’elenco dei luoghi e delle istituzioni da cui provengono le opere oggi presentate a Firenze: oltre all’eccezionale prestito concesso dalla. National Gallery di Londra e dai molti musei e collezionisti italiani, gli Uffizi hanno l’onore di proporre in questa occasione tele giunte dagli Staatliche Museen di Berlino, dall’Ermitage di San Pietroburgo, dall’Alte Pinakothek di Monaco, dal Rijksmuseum di Amsterdam, dall’Ashmolean Museum di Oxford, dal Cleveland Museum of Art, dal Los Angeles County Museum of Art, dal Minneapolis Institute of Arts e da altri tra i principali centri di arte e cultura del mondo.

I tragici fatti del 1993 che l’Adorazione dei pastori riporta alla memoria con la sua superficie violentemente abrasa dall’esplosione sono così riscattati (anche se mai dissolti) dalla tangibile presenza di una comunità internazionale folta e forte, fatta d’intelligenza, cura e dedizione nei confronti della storia, dell’arte e quindi della civiltà che l’uomo ha saputo esprimere e che ancora, con sempre maggior tenacia, esprime.
E ancora di come gli Uffizi, colpiti un tempo assieme all’Accademia dei Georgofili dalla furia criminale e omicida, siano rimasti indenni nella loro capacità di rinnovarsi, promuovere e valorizzare la bellezza, di farsi ganglio di una rete che attraversa il mondo e le coscienze degli uomini.

Desidero ringraziare tutti coloro che, con questa mostra, ci consentono di tornare a riflettere su questo assunto e ci aiutano a scorgere, nella luce che squarcia la notte che Gerrit van Honthorst ha reso protagonista di tante delle sue tele, un messaggio di speranza pari a quello che Mario Luzi scrisse a Firenze nel maggio del 1993:

Vollero accecarti, essi,
della luce che promani,
illumina tu, allora,
col fulgore della collera
e col fuoco della pena
loro, i tuoi bui carnefici,
perforali nella tenebra
della loro intelligenza, scavali
nel macigno del loro nero cuore.

"Sia detto" di Mario Luzi

 

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Pagina pubblicata il febbraio - 2015 - Aggiornato il 27-Giu-2015