Il
Principe della Gioventù: la locandina
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FIRENZE,
ANNUS DOMINI 1478
Nipote di Cosimo il Vecchio,
il fondatore della Signoria medicea, Giuliano de’ Medici era il secondogenito di Piero
il Gottoso e di Lucrezia Tornabuoni.
Come il fratello Lorenzo, il futuro Magnifico, fu educato
secondo la più raffinata cultura umanistica, senza dimenticare
il mondo degli affari, politici e finanziari, seguendo la tradizione
della famiglia, che doveva al commercio le sue straordinarie fortune
economiche.
Giuliano aveva appena 16 anni, e Lorenzo 20, quando
il padre, morendo nel 1469, lì lasciò signori e
padroni di Firenze, allora capitale finanziaria e culturale
d’Europa,
centro della nascente rivoluzione umanista che sarebbe passata
alla storia come Rinascimento. Intellettuale raffinato, poeta,
ma anche abile diplomatico e politico, Lorenzo aveva già dato
brillante prova di sé nel
governo repubblicano: nel 1466, giovanissimo, aveva
fatto parte della Balìa e del Consiglio dei Cento. E prima
di assumere la Signoria gli erano state affidate, con
pieno successo, alcune missioni a Napoli, Roma e Venezia.
Nel 1468, grazie al diretto interessamento della madre, Lorenzo
si fidanzò con la nobildonna Clarice Orsini, che
sposò l’anno successivo. Da lei ebbe i tre
figli Piero, Giovanni (il futuro Leone
X), Giuliano e le quattro
figlie Lucrezia, Maddalena, Luisa e Contessina.
Per la prima volta un Medici si accasava con una nobile, stabilendo
un’alleanza con la famiglia Orsini che avrebbe
prodotto la prima porpora cardinalizia, proprio quella
del figlio Giovanni. Per tutto ciò, Giuliano, non ebbe difficoltà a
lasciare al fratello maggiore la guida della città
preferendo, oltretutto, dedicarsi alle arti e alla scultura.
In piazza Santa Croce partecipò anche a un torneo, cantato
dal poeta Agnolo Poliziano nelle Stanze
per la giostra, disputando agli altri concorrenti, e
vincendolo, un ritratto di Simonetta Vespucci. Era una delle
donne più belle del Rinascimento, musa di Botticelli e Piero
di Cosimo. Pare che tra lei e Giuliano ci fosse una
storia di amor cortese, ma morirono entrambi molto giovani
e lei lo precedette a soli 22 anni.
C’è che le lotte di fazione mai cessate, le ambizioni,
le invidie e la stessa giovane età dei due rampolli
medicei, favorirono la nascita di una radicale opposizione
e di vari complotti per sbarazzarsi di quella che stava
diventando una tirannide. La supremazia culturale di Lorenzo
e il suo eccezionale mecenatismo non gli impedirono infatti
di soffocare progressivamente libertà e istituzioni
repubblicane.
Nel 1478 la famiglia Pazzi, con l’appoggio
di Papa Sisto IV (un Della Rovere) e
di altri regnanti, ordì la celebre omonima Congiura:
la mattina del 26 aprile, durante la Messa nella cattedrale
di Santa Maria del Fiore,
Franceschino de’ Pazzi e altri
sicari uccisero a pugnalate Giuliano, appena ventiquattrenne.
Lorenzo si salvò
solo per miracolo.
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In quel momento Giuliano era molto innamorato della
giovanissima figlia di un umile mercante, Fioretta Gorini che
stava per dargli un figlio. Giulio de’ Medici nacque
illegittimo nel 1478, un mese dopo la tragica morte del padre. Molti
anni più tardi, nel 1513, lo zio Giovanni, ormai Papa Leone
X, ne dichiarò solennemente la legittimità per matrimonio
clandestino. Giulio poté così sfruttare la potenza
medicea per divenire a sua volta cardinale e papa con il nome di Clemente
VII.
Giuliano fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo e in seguito traslato
nella Sagrestia Nuova progettata da Michelangelo.
Sotto uno dei suoi capolavori, la Madonna col Bambino,
riposa ancora oggi accanto al fratello. Durante una recente ricognizione
sulle salme dei Medici (2004) furono ritrovati il suo teschio
con un vistoso taglio sul cranio e porzioni dei suoi abiti ancora
macchiati di sangue.
I Pazzi e gli altri congiurati finirono subito vittime di crudeli
rappresaglie, torturati, trucidati e i loro corpi gettati in Arno.
Franceschino fu impiccato alla Loggia dei Lanzi, davanti al Palazzo
della Signoria. Tuttavia Lorenzo non poté vendicarsi dei
veri organizzatori: Papa Sisto IV e suo nipote Girolamo
Riario, allora signore di Imola. Girolamo, anzi, organizzò altri
due complotti per eliminare i Medici dalla scena politica, ma fallirono
entrambi.
Quanto al Papa, sdegnato per il trattamento riservato ai congiurati,
scomunicò Lorenzo e si alleò con Ferdinando
I di Napoli e con la Repubblica di
Siena contro la stessa Firenze, alleata di
Milano e di Venezia. L’alleanza fiorentina fu poi sconfitta
dal Re di Napoli nella cosiddetta Guerra de’ Pazzi.
Nel 1479, immediatamente dopo la fine dell’assedio di Colle
Val d’Elsa
(che di fatto concluse le operazioni belliche), Lorenzo si recò a
Napoli di persona per trattare con Ferdinando I, riuscendo nell’impresa
di convincerlo delle sue ragioni e ottenendo il ritiro delle sue truppe dalla
Toscana, staccandolo così dalla lega con il Papa. Al ritorno a Firenze,
Lorenzo fu salutato come salvatore della patria. Nel 1480 Sisto IV, rimasto
isolato, offrì la pace, mentre Riario, sfumata l’ipotesi di
impadronirsi di Firenze, ottenne la signoria di Forlì.
Lorenzo approfittò di questi successi per rafforzare il
proprio potere: istituì il Consiglio dei Settanta,
una specie di parlamento formato però da fedelissimi della
famiglia, che diminuì l’autorità dei Priori
e del Gonfaloniere di Giustizia. Con il nuovo pontefice Innocenzo
VIII i Medici si legarono ancora di più al papato.
Il Magnifico si era infatti convinto che l’alleanza tra
Firenze, Napoli e lo Stato della Chiesa avrebbe tenuto gli stranieri
lontani dal suolo italiano.
In parte ebbe ragione, perché l’equilibrio
politico che ne conseguì mantenne
la pace in Italia fino alla sua morte, il 9 aprile 1492. Due anni dopo
le truppe del re di Francia Carlo VIII invasero la penisola.
 "Il
Principe della Gioventù" - Note storiche sulla
Congiura dei Pazzi
Alcune
immagini dell'anteprima nella Basilica di Santa Croce con l'intonazione
di alcune aree de Il Principe
della Gioventù nel concerto: "Cinema
poesia dell'Anima"
Diretto dal maestro Riz Ortolani
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