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Il castrino: piccola chirurgia al servizio del
mondo contadino
Il castrino, figura artigianale tipica del mondo mezzadrile
aveva il compito di castrare gli animali, con l'obiettivo di renderli
più facilmente "gestibili", nel senso che il contadino
aveva un solo riproduttore maschio, che doveva servire per tutte le fattrici.
I nati maschi venivano castrati e anche le femmine di suino venivano sottoposte
a castrazione, perchè nell'allevamento allo stato brado veniva
lasciato solo un mnumero determinato di fattrici, mentre il resto del
branco veniva destinato esclusivamente all'ingrasso.
Oltre ai suini erano sottoposti a castrazione anche i bovini, la vittima
era il torello, destinato a fare il bue e a tirare l'aratro. in questo
caso la castrazione mirava anche a "cambiare" il carattere della
bestia, che perdendo gli attributi virili diventava più mansueto
e dunque idoneo ad essere soggiogato. Ma l'operazione chirurgica più
frequente e più banale effettuata dal castrino era comunque quella
sui polli maschi, per farne dei capponi, usati soprattutto nel periodo
natalizio.
Nella mostra è esposta l'attrezzatura da castrino della famiglia
Lotti di Barberino, castrini fin dal '700. Una parte degli oggetti verrà
donata al Museo dei Ferri Taglienti
ed esposta in modo permanente. Il coltello per il castrino (chiamato "castrino"
anch'esso) è uno strumento a lama peghevole. Quest'ultima è
munita di un prolungamento posteriore, che serviva per tenere aperta l'incisione
e consentire la manipolazione da parte dell'operatore.
La dotazione comprendeva tre tipi di strumenti.
Il primo serviva per raschiare la pelle privandola di peli e setole, una
sorta di rasatura, e preparare così l'animale all'incisione.
Il secondo era il vero e proprio strumento chirurgico e serviva per taglira
la pelle e i tessuti sottostanti, in modo da consentire l'asportazione,
nelle femmine, delle ovaie, e nei maschi, dei testicoli.
Infine, la strumentazione era completata con appositi aghi, a forma ricurva,
che servivano per ricucire la ferita.
Questo mestiere, con la fine della mezzadria, che presupponeva di avere
tutte le razze, e di tutte le età, in stato brado promiscuo, fini
anch'esso: la specializzazione e gli allevamenti intensivi infatti non
richiedono più quelle modalità di allevamento che necessitavano
l'opera del castrino.
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