©www.zoomedia.it vanna innocenti 5 maggio 2007
Il telone copre il ciclo affreschi: "Storie di Santo Stefano e San
Giovanni Battista" di Filippo
Lippi e nella Cappella Maggiore della
Cattedrale di Santo Stefano di Prato
Il restauro del ciclo pittorico
di Filippo
Lippi nel Duomo di Prato, iniziato nel
2001, è stato presentato in presenza del Vicepresidente del Consiglio
dei Ministri e Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco
Rutelli e con gli interventi di Mario Lolli Ghetti, direttore regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana; Paola Grifoni, soprintendente
per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle province di Firenze,
Pistoia e Prato; Bruno Santi, soprintendente per il Patrimonio Storico
Artistico e Etnoantropologico delle province di Firenze, Pistoia e Prato;
monsignor Gastone Simoni, Vescovo di Prato; Claudio Martini, presidente
della Regione Toscana; Massimo Logli, presidente della Provincia di Prato
e Marco Romagnoli, sindaco della Città di Prato.
Il restauro è stato finanziato dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali con un contributo della Provincia
e della Diocesi di Prato.
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Le autorità durante la conferenza stampa dell'importante ciclo di affreschi di Filippo
Lippi e conclusione di circa vent'anni di restauri nella Cattedrale
di
Santo
Stefano di Prato
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L'intervento del presidente Claudio Martini
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L'intervento di monsignor Gastone Simoni, vescovo della Diocesi di Prato
Isabella
Lapi Ballerini e Cristina Gnoni Mavarelli hanno progettato e diretto
i lavori in questi anni, dopo una complessa elaborazione progettuale
iniziale
riconsegnano i lavori definiti " un testo figurativo"
ricco di studi, ricerche e documentati sulla conservazione
e sulla qualità pittorica.
"Una tecnica quella del Lippi,
con una struttura generale ad affresco e numerose aree ritoccate o eseguite
interamente a secco, oggi in gran parte perdute. Il pittore
infatti
non si è limitato alle aggiustature e alla stesura di velature,
ma ha aggiunto interi brani e, talvolta, addirittura figure (come
l’angelo
nella scena con la Vocazione di San Giovanni alla vita eremitica,
o il bambino nel Santo Stefano allattato da una cerva, la cui perdita
rende oggi anche poco comprensibili alcuni passaggi narrativi del
ciclo.
Filippo Lippi ha utilizzato per l'esecuzione a secco azzurrite per
la maggior parte degli azzurri, lapislazzuli (solo per alcuni manti),
malachite,
biacca, olio di lino - registrato anche nei documenti e usato probabilmente
per predisporre la missione preparatoria per la doratura - cinabro,
giallorino, ocra rossa, ocra gialla, terra verde, bianco di calce,
verderame.
Purtroppo le tempere, per la loro stessa natura e per la particolare
fragilità rispetto
ai fattori climatici, sono estesamente cadute, lasciando talora impronte
o in positivo, come nel caso del bianco di preparazione che connota
oggi molte figure del Convito di Erode , o in negativo, come è il
caso delle silhouettes degli alberi nella Nascita di Santo Stefano.
La presenza delle tempere ha rappresentato un costante problema nelle
campagne di restauro, e proprio l’intervento di Leonetto Tintori
ha avuto il merito di preservarle rimuovendo le ridipinture di Marini."
di: Cristina Gnoni Mavarelli e Isabella Lapi Ballerini
Storie di San Giovanni, con la Salome al convito
di Erode (foto © Quattrone)
Vanna Innocenti