
© Immagine tratta dalla mostra “
Helmut Newton. 72 ore a Roma nella collezione Peliti ”
Spazio Shenker
Culture Club pubblicata in www.zoomedia.it
HELMUT NEWTON -72 ORE A ROMA
nella Collezione Peliti
46 scatti romani del grande fotografo in mostra allo “Shenker Culture
Club” di Roma dal 12 maggio
al 15 luglio 2006
Inaugurazione 11
maggio 2006 presso lo spazio dello “Shenker Culture Club” di
Roma della mostra fotografica “Helmut
Newton – 72 ore a Roma” organizzata in collaborazione
con il Comune di Roma.
Sono esposte le fotografie che Newton ha realizzato
durante un breve soggiorno romano nella primavera del 1998.
La mostra è presentata
da The Shenker Institutes of English, un network di scuole altamente
specializzate nell’insegnamento della
lingua inglese, all’interno dello “ Shenker Culture
Club ” :
un contenitore d’idee nato per favorire la conoscenza della
lingua e della cultura inglese attraverso incontri d’arte,
musica, letteratura, teatro, cinema, testimonianza del suo impegno
concreto nella cultura e
nella responsabilità sociale d’impresa.
La mostra,
che sarà inaugurata dal Vice sindaco di Roma, Mariapia
Garavaglia, è un omaggio alla città quale capitale
europea della cultura, dell’arte, del turismo e dell’accoglienza
su cui sono orientati grandi progetti e investimenti delle istituzioni
governative
e locali. Dopo Roma, la mostra toccherà anche Milano,
Bologna e Firenze.
Un breve soggiorno romano su invito di Peliti
Associati, durante
il quale Newton ha registrato i suoi veloci appunti di viaggio.
La Roma di Newton è qui: il fotografo che più di altri ha
esaltato la forza dell’immagine femminile, fa scivolare lo sguardo
sull’alternarsi dei volumi, le strade, le piazze, le scalinate infinite
come su un corpo di donna. Le parti del corpo sono i frammenti di marmo
bianco sull’Appia Antica, le oscurità profonde delle sculture
barocche, il nero delle notti romane.
Nella mostra 72 ore a Roma c’è la Roma da cartolina,
ma c’è anche
un senso d’inquietudine. L’atmosfera è quella
del Gran Tour. Iniziatico, ma nostalgico, diviso tra il desiderio
di una visione
nuova e il piacere sottile, intimo di ritornare sui propri passi.
Un viaggio tra il giorno e la notte, tra la luce che illumina
il candore del marmo,
nell’abbandono romantico delle rovine, e l’oscurità che
protegge lo sguardo, velandolo di malinconia.
Le cassette abbandonate a campo de’ Fiori, il vecchio zoo di Villa
Borghese e più ancora quella Roma notturna e abitata da persone
che guardano senza guardare - astanti disinteressati, chi persino addormentato
su una panca – rivelano la sensibilità straordinaria e
a tutto tondo di un artista spesso troppo identificato con immaginari
sofisticati
e patinati.
“
La Roma di Helmut è un luogo silenzioso, magico forse, forse misterioso,
un luogo oscuro, abitato da fantasmi senza voce e da viventi, per Helmut,
perplessi, la cui vita è sconosciuta a noi e a se stessi” scrive
Ettore Sottsass nella postfazione del volume, edito da Peliti Associati,
che accompagna la mostra.
“72 ore e la maggior parte di questo tempo
la mia macchina fotografica è stata puntata verso la notte
romana e quando ho fotografato di giorno ho cercato di trasformare
il giorno in
notte. Le mie stampe erano cariche di neri e il filtro rosso
non ha mai lasciato il mio obiettivo. Mi piace lavorare veloce
assorbendo immagine
dopo immagine. Negli anni ’60 e ’70 ho fatto molti
viaggi a Roma: ero giovane allora. Avevo bisogno di poco sonno.
Lavoravo giorno
e notte fotografando le collezioni di Alta Moda per Vogue Italia,
Uomo Vogue e Linea Italiana. Era un periodo eccitante per un
fotografo di moda
ed io ero sotto l’influenza dei grandi maestri italiani,
Antonioni e Fellini; da Antonioni ho preso le strade e gli edifici
dei sobborghi
romani, la luce, la fantastica qualità del bianco e nero
da Fellini i paparazzi, le semplici spiagge di Ostia, la bruciante
luce dei flash
nel mezzo della notte.
Stavo al Caffè Greco con il re
dei paparazzi che mi mostrava la sua macchina fotografica spia
costruita in un pacchetto
di sigarette che appoggiò sul banco dove bevemmo i nostri
caffè e
da dove lui rubò un’istantanea di un politico coinvolto
in qualche grosso scandalo del giorno. Ero ipnotizzato dal romanticismo
di
Roma e dall’esserne parte. La città aveva l’abitudine
di essere piena di fotografi e di modelle arrivati da tutto il
mondo, ci conoscevamo tutti e quando non lavoravamo stavamo fuori
fino a tardi a
cena in Via Veneto, e più tardi ancora andavamo al “Number
One” e al mattino ricominciavamo tutto di nuovo da capo.
Ricordo che nell’estate del ’71 il mio assistente
mi disse, mentre stavamo facendo i bagagli per tornare a Parigi: “Helmut,
sai quanto abbiamo dormito questa settimana? 26 ore!”
(dal
testo introduttivo di Helmut Newton al volume 72 ore a Roma)
Helmut
Newton – 72 ore
a Roma nella collezione Peliti
La mostra avrà luogo
presso lo Spazio dello “Shenker Culture
Club”,
Piazza di Spagna 66, Roma
Inaugurazione giovedì 11 maggio 2006 ore 18.00
La mostra rimarrà aperta dal 12 maggio al 15 luglio
2006,
dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 19.00 e
il sabato dalle 11.00 alle 15.00
Ingresso libero.

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