
© Immagine tratta dalla mostra
“
Helmut Newton. 72 ore a Roma nella collezione Peliti ”,
Spazio Shenker
Culture Club - pubblicata in www.zoomedia.it
HELMUT NEWTON -72 ORE A ROMA nella Collezione
Peliti
46 scatti romani del grande fotografo
allo “Shenker Culture Club” di Firenze dal 21 settembre al
14 ottobre
2006
(Roma dal 12 maggio
al 15 luglio 2006)
Dal 21 settembre 2006 presso lo spazio dello “Shenker Culture
Club” di Firenze la mostra fotografica “Helmut Newton – 72
ore a Roma”, organizzata in collaborazione con il Comune di Roma
e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Firenze.
All’interno del nuovo spazio Shenker, nella splendida cornice di
Piazza della Signoria, sono esposte le fotografie che Newton ha realizzato
durante un breve soggiorno romano nella primavera del 1998.
La mostra è presentata da The Shenker Institutes of English, un
network di scuole altamente specializzate nell’insegnamento della
lingua inglese, all’interno dello “Shenker Culture Club”:
un contenitore d’idee nato per favorire la conoscenza della lingua
e della cultura inglese attraverso incontri d’arte, musica, letteratura,
teatro, cinema, testimonianza del suo impegno concreto nella cultura e
nella responsabilità sociale d’impresa.
Un breve soggiorno romano su invito di Peliti Associati, durante il quale
Newton ha registrato i suoi veloci appunti di viaggio: La Roma di Newton è qui:
il fotografo che più di altri ha esaltato la forza dell’immagine
femminile, fa scivolare lo sguardo sull’alternarsi dei volumi, le
strade, le piazze, le scalinate infinite come su un corpo di donna. Le
parti del corpo sono i frammenti di marmo bianco sull’Appia Antica,
le oscurità profonde delle sculture barocche, il nero delle notti
romane.
Nella mostra72 ore a Roma c’è la Roma da cartolina, ma c’è anche
un senso d’inquietudine. L’atmosfera è quella del Gran
Tour. Iniziatico, ma nostalgico, diviso tra il desiderio di una visione
nuova e il piacere sottile, intimo di ritornare sui propri passi. Un viaggio
tra il giorno e la notte, tra la luce che illumina il candore del marmo,
nell’abbandono romantico delle rovine, e l’oscurità che
protegge lo sguardo, velandolo di malinconia.
Le cassette abbandonate a campo de’ Fiori, il vecchio zoo di Villa
Borghese e più ancora quella Roma notturna e abitata da persone
che guardano senza guardare- astanti disinteressati, chi persino addormentato
su una panca – rivelano la sensibilità straordinaria e a tutto
tondo di un artista spesso troppo identificato con immaginari sofisticati
e patinati.
“
La Roma di Helmut è un luogo silenzioso, magico forse, forse misterioso,
un luogo oscuro, abitato da fantasmi senza voce e da viventi, per Helmut,
perplessi, la cui vita è sconosciuta a noi e a se stessi” scrive
Ettore Sottsass nella postfazione del volume, edito da Peliti Associati,
che accompagna la mostra.
“
72 ore e la maggior parte di questo tempo la mia macchina fotografica è stata
puntata verso la notte romana e quando ho fotografato di giorno ho cercato
di trasformare il giorno in notte. Le mie stampe erano cariche di neri
e il filtro rosso non ha mai lasciato il mio obiettivo. Mi piace lavorare
veloce assorbendo immagine dopo immagine.
Negli anni ’60 e ’70
ha fatto molti viaggi a Roma: ero giovane allora. Avevo bisogno di poco
sonno. Lavoravo giorno e notte fotografando le collezioni di Alta Moda
per Vogue Italia, Uomo Vogue e Linea Italiana. Era un periodo eccitante
per un fotografo di moda ed io ero sotto l’influenza dei grandi
maestri italiani, Antonioni e Fellini; da Antonioni ho preso le strade
e gli edifici
dei sobborghi romani, la luce, la fantastica qualità del bianco
e nero da Fellini i paparazzi, le semplici spiagge di Ostia, la bruciante
luce dei flash nel mezzo della notte. Stavo al Caffè Greco con
il re dei paparazzi che mi mostrava la sua macchina fotografica spia
costruita
in un pacchetto di sigarette che appoggiò sul banco dove bevemmo
i nostri caffè e da dove lui rubò un’istantanea di
un politico coinvolto in qualche grosso scandalo del giorno. Ero ipnotizzato
dal romanticismo di Roma e dall’esserne parte. La città aveva
l’abitudine di essere piena di fotografi e di modelle arrivati
da tutto il mondo, ci conoscevamo tutti e quando non lavoravamo stavamo
fuori
fino a tardi a cena in Via Veneto, e più tardi ancora andavamo
al “Number
One” e al mattino ricominciavamo tutto di nuovo da capo. Ricordo
che nell’estate del ’71 il mio assistente mi disse, mentre
stavamo facendo i bagagli per tornare a Parigi: “Helmut, sai quanto
abbiamo dormito questa settimana? 26 ore!” (dal testo introduttivo
di Helmut Newton al volume 72 ore a Roma).
c.s.
Helmut Newton – 72 ore a Roma, nella collezione Peliti
La mostra avrà luogo presso lo Spazio dello “Shenker Culture
Club”,
Piazza della Signoria 4/A, Firenze
L’inaugurazione è il 21 settembre 2006 alle ore 18.30.
La mostra resterà aperta dal 22 settembre al 14 ottobre 2006,
dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00
alle 19.00
e il sabato dalle 11.00 alle 13.00 - Ingresso libero

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