Mostra: "Leon Battista Alberti. La biblioteca di un umanista"
Firenze - Biblioteca Medicea Laurenziana - 8 ottobre 2005
- 7 gennaio 2006
Leon Battista Alberti - La vita
1404
Leon Battista Alberti nasce a Genova il 18 febbraio,
figlio illegittimo (come il fratello Carlo) di Lorenzo di Benedetto (bandito
nel gennaio 1401
da Firenze), esponente di spicco di una grande famiglia di mercanti e banchieri
fiorentini; la madre fu forse Bianca Fieschi, vedova Grimaldi (ma l’autenticità del
documento su cui ci si basava per questa identificazione è stata
messa in dubbio di recente con buone ragioni).
1406
Morta la madre
di peste, il padre si trasferisce con Carlo e Battista a Venezia, dove
resta fino al 1416.
1415-1421
Battista frequenta a Padova il convitto di Gasparino
Barzizza. Sono prova sicura di questo soggiorno due lettere di Gasparino
a Lorenzo Alberti che
nominano a vario titolo Battista, il quale lì, in qualità di
convittore, avrà conosciuto fra gli altri Antonio Panormita.
Nel 1421 muore il padre Lorenzo, lasciando i due figli Battista e Carlo
preda dell’avidità e del disinteresse dei parenti che a lungo
non corrisponderanno ai due figli illegittimi la somma forfettaria loro
destinata dalla volontà testamentaria del padre.
1424-1428
Soggiorna a Bologna frequentando i corsi di diritto canonico.
Nel 1428 poté forse assistere all’insegnamento del greco
lì impartito da Francesco Filelfo; allo stesso 1428 si fissa di
solito la laurea di Battista in diritto canonico, ottenuta presso lo Studio
bolognese (a partire da quell’anno, e fino al 1431, l’attività universitaria
a Bologna fu interrotta a causa dei gravi disordini fra Canetoli e i rappresentanti
del Papa).
1431
In relazione al beneficio di San Martino a Gangalandi, presso
Signa, è attestata in quest’anno la prima presenza di Leon
Battista a Firenze (il bando della famiglia era stato revocato già nel
1428).
1432-1434
Entra in Curia in qualità di abbreviatore apostolico e segretario
di Biagio Molin, capo della cancelleria pontificia. È forse per
interessamento dello stesso Molin che, con bolla del 7 ottobre 1432, Eugenio
IV elimina le incapacità giuridiche, derivanti dalla nascita illegittima
(super defectu natalium quem pateris de soluto genitus et soluta), che
impediscono ad Alberti di godere del beneficio connesso al priorato (assegnatogli
in forma secolare forse già nel 1430) della chiesetta di San Martino
a Gangalandi.
La bolla del 1432 accenna ad altra precedente in cui era stata rimossa
la medesima ostativa alla assunzione degli ordini sacri.
Dal momento in cui viene investito dell’incarico di abbreviatore, che
gli assicura una certa sicurezza economica, rimane legato, sia pur con un certo
grado di indipendenza, all’ambiente curiale e risiede prevalentemente
a Roma; il soggiorno romano, che dovette essere continuativo, è confermato,
per il 5 dicembre 1433, da una lettera nella quale la Signoria di Firenze raccomanda
Battista (Est in curia romana iuvenis bene doctus atque optimae spei dominus
Baptista de Albertis) a Francesco Condulmer.
Della vita certo non edenica in Curia ci resta singolare testimonianza in una
lettera dell’Alberti a Bartolomeo dal Pozzo, in cui l’umanista
si scagiona dall’accusa di essere autore di alcune lettere delatorie
contro il corrispondente (1433).
1434-1437
Al seguito del papa, costretto a fuggire da Roma il 23 giugno 1434,
si stabilisce insieme alla Curia a Firenze.
Al 1435 viene datata la placchetta in bronzo con l’autoritratto
e l’emblema dell’occhio alato (oggi conservata nella Samuel
H. Kress Collection di Washington).
Resta a Firenze anche nel 1436 (nel febbraio intenta una causa contro
alcuni fittavoli della chiesa di S. Martino a Gangalandi), anche oltre
il 18 aprile, data in cui Eugenio IV lascia Firenze per Bologna (all’inizio
di maggio infatti Battista è ancora a Firenze dove chiede di far
gravare alcuni suoi debitori; è probabile quindi che abbia assistito
direttamente al tracollo finanziario della Compagnia di Londra degli Alberti,
avvenuto fra il novembre del ’36 e il marzo dell’anno successivo).
Ma prima del novembre 1437 è a Padova, mentre iniziano a Firenze
le vertenze fra i soci della Compagnia di Corte.
1438
Il 23 gennaio Eugenio IV e la Curia si trasferiscono a Ferrara,
città in
cui il giorno 8 dello stesso mese ha avuto luogo la prima sessione del
Concilio dell’Unione.
1439
Il 27 gennaio Eugenio IV rientra a Firenze; il 30 aprile viene dichiarato
il fallimento ufficiale della Compagnia di Corte degli Alberti.
1440-1442
Battista risiede continuativamente a Firenze; nel 1441 organizza,
con l’apporto
finanziario di Piero di Cosimo de’ Medici, il Certame Coronario,
concorso poetico pubblico sul tema dell’Amicizia, che si svolse il
22 ottobre in Santa Maria del Fiore.
1443
L’Alberti risiede ancora a Firenze almeno fino al marzo, mentre dal
6 giugno è a Siena (dove lo raggiunge una lettera dell’amico
Leonardo Dati da Firenze) al seguito della Curia; il 14 settembre la Curia
parte da Siena
alla volta di Roma, ma l’Alberti fra il dicembre 1443 e il gennaio dell’anno
seguente è ancora a Firenze.
1445-1448
Risiede ancora in gran parte, sebbene saltuariamente,
a Firenze.
Nel 1447 muore Eugenio IV e gli succede Niccolò V.
Dal 1447 Alberti è canonico
di Santa Maria del Fiore.
1449
Il 7 dicembre Niccolò V aggiunge all’antico beneficio della
chiesetta di San Martino a Gangalandi quello della pieve di Borgo San Lorenzo
(a questo beneficio fa riferimento l’Alberti in una letterina scritta
a Cosimo de’ Medici il 10 aprile di un anno non precisato, forse
nella seconda metà degli anni ’50).
Alla data della concessione del nuovo beneficio è però già rientrato
a Roma (un salvacondotto pubblicato di recente attesta di una missione svolta
per conto della Curia, di cui purtroppo si ignora la destinazione e lo scopo).
1450
È a Firenze nel luglio.
1453-1454
Cominciano nel 1453 i lavori di restauro della chiesa
di San Francesco a Rimini. Nel marzo del 1454 Battista è con Matteo
de’ Pasti nelle Marche per seguire i lavori di fortificazione di
Senigallia. Al contrario non si hanno testimonianze dirette dell’effettiva
presenza di Alberti sul cantiere del Tempio Malatestiano i cui lavori
erano seguiti dal Pasti; il progetto albertiano è comunque documentato
direttamente dalla lettera inviata da Leon Battista, in quel momento
a Roma, a Matteo de’ Pasti (18 novembre 1454).
1455-1458
Nel 1455 succede a Niccolò V Callisto III, poi nel 1458
papa Pio II. Fra il 1452 e il 1458 si fissa tradizionalmente il rivestimento
lapideo
a Palazzo Rucellai (che esso si debba all’Alberti è affermato
dal
Vasari e comunemente accettato dagli storici dell’architettura); di recente
tale data è stata messa in questione e si è proposto con buoni
argomenti (la fine dell’ostracismo mediceo nei confronti di Giovanni Rucellai)
di collocare a non prima del 1458 l’inizio dei progettati lavori.
1459-1460
Alberti partecipa, al seguito di papa Pio II alla Dieta di Mantova
(27 maggio 1459-19 gennaio 1460) e a Mantova rimane ancora fino al febbraio 1460
(il 27 febbraio di quest’anno, in una lettera inviata da Mantova a Ludovico
Gonzaga che si trova a Milano dice: «E’ modoni de Santo Sabastiano,
Sancto Laurentio, la logia et Vergilio sono fatti»).
Nel 1460 iniziano
i lavori alla facciata di Santa Maria Novella.
1461
Dopo l’incontro avvenuto in occasione della Dieta,
Alberti mantiene rapporti epistolari con Ludovico Gonzaga; il 24 dicembre
di quest’anno gli scrive da Roma per congratularsi della nomina
a cardinale del secondogenito Francesco Gonzaga. Al 1461 viene comunemente
fissato l’inizio della costruzione del tempietto, ad imitazione
del Santo Sepolcro, nella cappella fiorentina di San Pancrazio; i lavori
continueranno fino al 1467.
1463
Fra l’agosto e il settembre è a Mantova. In quest’anno
cominciano forse i lavori alla loggia Rucellai (conclusi nel 1466), che
solo
il Vasari attribuisce all’Alberti
1464
Fra l’8 giugno e il 3 luglio è a Roma, gravemente
ammalato, il che gli impedisce di attuare un progettato viaggio a Mantova.
Ristabilitosi, è probabile che, su richiesta di Federico da Montefeltro,
Alberti si sia recato ad Urbino, soggiornandovi per qualche tempo (alla
fine dell’anno è documentata di nuovo la sua presenza a
Roma).
1465
Fra il maggio e i primi di giugno è a Napoli. La notizia
può avere qualche riflesso sul coinvolgimento di Alberti nella
modifica dell’Arco
di Trionfo, iniziata quell’anno e nella costruzione del palazzo di Diomede
Carafa, portato a compimento l’anno seguente. Passando per Roma, si volge
a Firenze (dove si ferma fra il giugno e il settembre), e poi a Mantova (dove è sicuramente
il 23 di settembre).
1468
Nell’ottobre è a Firenze; Francesco d’Altobianco
Alberti
nomina Battista a rettore dell’oratorio di San Zanobi al Pian di Ripoli
al Paradiso (12 ottobre); Marco Parenti mette fine ad una questione rimasta in
sospeso fra Battista e il nipote Bernardo di Antonio di Ricciardo, destinando
a Battista la metà del palazzo degli Alberti costruito nel Trecento dal
nonno Benedetto (31 ottobre).
1469
Scrive ancora a Ludovico Gonzaga su questioni
private (19 febbraio).
1470
Nel settembre e nell’ottobre è a Mantova,
impegnato nel Sant’Andrea,
come indicherebbe una lettera scritta da Mantova, con cui l’Alberti
trasmette al duca Ludovico il progetto dell’etruscum sacrum (ma la lettera
non è datata).
Nel 1470 cominciano i lavori alla tribuna della SS. Annunziata
di Firenze, finanziati dal Gonzaga.
1471
Nei primi mesi invernali è a
Mantova. Nell’autunno successivo
a Roma, e accompagna gli ambasciatori fiorentini, inviati dalla Signoria
presso il nuovo papa Sisto IV, alla visita ai monumenti romani.
1472
Il
19 aprile detta il proprio testamento nella casa del rione di Ponte,
dove muore il giorno seguente. Il 12 giugno viene posta la prima
pietra al
Sant’Andrea
di Mantova.
Da: "Lucia Bertolini - Leon Battista Alberti
- Nuova Informazione Bibliografica da Il Mulino - Numero 2 aprile - giugno
2004