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Interno dell'Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, all'Antella, allestito
con le opere
dei
pittori che vi lavorarono. Le storie sulle pareti eseguite "a
fresco", narrano
la vita di Santa Caterina d'Alessandria con scene ispirate dal racconto sulla
vita
della Santa
del
frate
domenicano Jacopo
da Varazze (Jacopo o Giacomo da Varagine o Varazze, 1228 – 1298), raccolto
nella "Legenda
Sanctorum" o "Legenda
Aurea" (titolo del libro in volgare, una versione che ebbe grande diffusione). Nell'immagine,
a destra, nella scarsella, si
notano gli affreschi più antichi eseguiti nell'Oratorio (si suppone negli
anni
'360-
'370) dal
Maestro
di
Barberino,
noto
e
molto
attivo
in
quel
periodo in Toscana che
lavorò quì, probabilmente in
collaborazione con
Pietro Nelli, (1374 1419 artista fiorentino); a loro si devono
le quattro rappresentazioni della "passione " della Santa: disputa
e conversione dei filosofi (di Pietro Nelli); incontro con l'imperatore
Massenzio; rifiuto di Caterina di abiurare la fede cristiana, flagellazione
con le due ruote dentate e l'arrivo degli angeli che spezzano gli strumenti
di tortura
e la salvano (del Maestro
di Barberino). Il completamento
del ciclo pittorico, nell'arco, nelle pareti e nella volta della seconda campata
dell'edificio fu commissionato successivamente a Spinello
Aretino (Spinello di Luca, Arezzo 1346/48 - 1411).

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La chiave di volta dell'arco della lunetta della facciata è ancora
ornata con lo
stemma degli Alberti (quattro catene tenute al centro da
un anello),
la potente
casata medievale (antenati di Leon Battista Alberti) che fecero
costruire l'Oratorio
a Rimezzano (costruzione terminata nel 1354) e predisposero la sua decorazione
nella seconda metà del '300. Gli Alberti erano commercianti molto
attivi e risiedevano
in Fiorenza, nell'area di via de' Benci e possedevano molti beni
nel contado, soprattutto
nel territorio tra l'Arno e il Torrente Ema, a Sud-Est di Firenze.
Gli Alberti subirono poi l'esilio a
causa della congiura degli
Albizzi.

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In esecuzione delle ultime volontà di Benedetto
di
Nerozzo Alberti, esule a Genova
nel luglio 1387, negli anni Novanta del '300,
Spinello
Aretino cominciò a creare i "quadri"
di un movimentato racconto della
vita della principessa Caterina d'Alessandria; una
narrazione ricca
di personaggi: imperatori e regine, dignitari e soldati, martiri
e
carnefici, che, oggi, appassiona per la sua storia e per la bellezza espressiva.
Le sue
scene sono: la conversione, lo sposalizio
con Gesù, i dignitari
di corte che visitano
Caterina prigioniera (nell'immagine), Caterina condotta
dalla prigione al
martirio, "Sepoltura della Santa" sul Monte
Sinai.
Alcune annotazioni storiche di periodi successivi
- alla famiglia Alberti, in esilio, vengono confiscati i beni.
- nel 1568, nella visita dell'arcivescovo Altoviti, gli affreschi risultano in
stato
di
degrado.
-
nel 1620 il rettore Francesco Venturi fece aprire una porta
al di sotto della figura di sant'Antonio Abate, documentata dall'iscrizione
nell'architrave.
- vengono imbiancati gli affreschi nella scarsella
-
progressivo
degrado nella conservazione dell'oratorio
-
nel 1781 parziale riparazione della copertura
- cinquant'anni dopo
presenta pericolo di imminente rovina.
- estate 1834 - estate 1835 furono eseguiti lavori
con
l'approvazione granducale
del progetto.
-1858 l'oratorio di santa Caterina passò al padre di Giuseppe
Poggi, architetto e urbanista
di Firenze
Capitale.
- subito dopo l'Unità d'Italia, il sindaco di Bagno a Ripoli chiese
al prefetto di Firenze che la cappella fosse ceduta al Comune "onde provvedere
alla conservazione delle pitture".
-
1892 l' architetto Poggi cede la proprietà ad un salumiere romano.
-
1925
il
quotidiano "La
Nazione" fa sapere delle "condizioni disastrose" degli affreschi
e
dell'uso
ad adibire la cappella a pollaio e a deposito di fieno.
-
30 aprile 1930, testamento olografo del
fu ing. Giuseppe Pedriali comprende
l'Oratorio fra i beni della fattoria dell'Antella che passeranno alla beneficiaria
Provincia
di Forlì (le idee politiche l'ing. Pedriali vollero che i suoi
cospicui possedimenti nella zona andassero, alla sua morte, alla terra natale
di Mussolini)
-
7 settembre 1948 la Provincia di Forlì accoglie il lascito.
- 1988 il Comune
di
Bagno a Ripoli acquisisce l'oratorio
-
1996-1998 restauro delle strutture lignee del tetto, consolidamento delle mura
e
delle
volte, restauro degli affreschi con ripulitura
e consolidamento dell'intonaco. Ripristino e restauro delle pitture precedentemente
coperte
da stuccature e di quelle ritrovate.
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L
'Oratorio
di Santa Caterina è documentato
nei fondi dell' Archivio di Stato di Firenze dove, tra l'altro, si
trova rappresentato nelle
cinquecentesche "Piante
di popoli e strade" dei "Capitani
di Parte Guelfa" sia nella mappa del Popolo di San Piero a Ema
che nella mappa del Popolo di Santa Maria all'Antella.
Attualmente si raggiunge in Via del Carota, in località Rimezzano,
Antella, nel Comune di Bagno a Ripoli (Firenze) arrivando a Ponte
a Ema dalla Strada Chiantigiana e via dell'Antella o, arrivando da
Bagno a Ripoli da via di Ritortoli.
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Nell'immagine si vede l'interno
della nicchia di destra dell'abside, ad ante aperte, che, sul fondo
lascia spazio ad un piccolo canale dove scorre la catena
e
la corda
da azionare
per far suonare la campana esterna |
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La facciata con la tettoia e la lunetta che accoglieva l'affresco
di Spinello Aretino " Madonna col Bambino e due angeli". L'affresco
con la sua ormai rarefatta decorazione e la relativa sinopia, ancora ben
leggibile, furono staccati dalla lunetta nel 1972; dopo l'iniziativa "La
città degli Uffizi" rimarranno definitivamente nell'Oratorio.
La mostra "L'Oratorio
di Santa Caterina all'Antella e i suoi pittori" prosegue
fino al 31 dicembre 2009
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