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Musei -
Uffizi -
San Pier Scheraggio
"Gli autoritratti ungheresi degli Uffizi"
©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 9 ottobre
2013
Nell'immagine una sala della mostra "Gli
autoritratti
ungheresi degli Uffizi" allestita in San
Pier Scheraggio agli
Uffizi. L'iniziativa rimarrà aperta dall' 11 ottobre al 30 novembre 2013 dal
martedì al
venerdì,
ore 10-17, ad ingresso gratuito. Il percorso della mostra è a cura di Fehér
Ildikó e
Giovanna
Giusti. Catalogo nelle edizioni Giunti.

©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 9 ottobre
2013
"Gli
autoritratti
ungheresi degli Uffizi" propone l'esposizione
dei 23 dipinti presenti nella collezione di autoritratti della Galleria degli
Uffizi. la maggior parte delle opere furono acquisite tra la fine dell’Ottocento
e gli inizi del Novecento, ma con arrivi anche più recenti. L’esposizione è dedicata
alla memoria di Miklós Boskovits, lo storico dell’arte ungherese
scomparso nel 2011 e dal 1968 in Italia come docente presso l’ateneo
fiorentino; la mostra è inoltre un riconoscimento dell’amicizia
tra l’Italia e l’Ungheria di cui si festeggia l'anno culturale
nel 2013. Un'amicizia che ha lontane origini come viene anche illustrato nella
mostra
dedicata
al
re
"Mattia
Corvino
e Firenze" nel
Museo
di San Marco.

©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 9 ottobre
2013
"Gli
autoritratti
ungheresi degli Uffizi" in San Pier Scheraggio.

©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 9 ottobre
2013
La gran parte degli autoritratti ungheresi sono stati donati
alla Galleria dagli
artisti stessi. Il primo autoritratto che entrò agli Uffizi fu quello di Károly
Markó senior, nel 1872; l’ultimo, pervenuto nel 2009, è quello
di János Urbán (1934-) che vive ed opera in Svizzera. Il
quadro più antico è quello di János Kupeczky (1667-1740),
che nel primo Romanticismo era ritenuto il maggior pittore ungherese del
Settecento. "Ai tempi del quarto centenario del museo, nel 1982," racconta
il direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, "erano giunti
dall’Ungheria
due quadri, entrambi di primo piano: uno di Jànos Nagy Balogh, donato
dalla Galleria Nazionale Ungherese (e fu un segno forte d’affetto e di
stima), l’altro di Bertalan Pór. Nel 2000 sarebbe entrata nella
collezione l’effigie a grandezza naturale di László Lakner,
grazie a una segnalazione di Miklos Boskovitz, amico suo e nostro. Poi, nel 2005,
sarebbero pervenuti (con l’accessione da parte degli Uffizi della cospicua
collezione di Raimondo Rezzonico) due autoritratti di Viktor Vasarely e uno di
Hugo Scheiber. Infine, tre anni dopo, nel 2009, quello di Jànos Urban".
Scrive la curatrice Giovanna Giusti, che "in
occasione della mostra László Lakner ha offerto un secondo autoritratto
alla Galleria, realizzato nel 2010, che si aggiunge a quello dipinto nel 1970:
quell’effige “coraggiosa” - che si
componeva a trittico, insieme agli autoritratti di Fallani e di Rauschenberg,
nel 2005 nella mostra ’Nel giardino di Eden e nelle selve d’Olimpo’,
dove si esemplificava lo studio del corpo, con scelte e per strade trasversali
e che in questo 2013, era presente anche alla mostra ’The Naked Man’ al
Ludwig Museum di Budapest.

Erano
presenti il giorno dell’inaugurazione della mostra, anche in
omaggio a Miklós Boskovits, molte personalità e
storici dell’arte ungheresi.
Tra
questi
il Vicepresidente
dell’Accademia Ungherese delle Scienze Miklós
Maróth. Hanno collaborato alla
realizzazione dell'esposizione gli storici dell’arte
- János Végh (docente presso l’Istituto
di Storia dell’arte all’Accademia Ungherese delle Scienze),
e Fehér Ildikó (docente presso l’Università Ungherese
di Belle Arti) - "con capillari ricerche archivistiche
e bibliografiche".

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