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N. 12 - 07 agosto 2003

Sommario:

Segnalazioni

Premi e Concorsi

Maze 2003

Tradizione dell'artigianato a Firenze e in Toscana:
- Periodo Arti e Corporazioni

Artigianato del Ferro a Firenze:
- Arte dei Fabbri
- Arte dei Corazzai e Spadai
- Arte dei Chiavaioli

L'Arte dei Fabbri a Firenze

Si hanno testimonianze di questa Arte, presentataci come una tra le più importanti e ricche, intorno alla fine del XIII secolo. Molti degli oggetti di uso quotidiano erano realizzati in ferro, di cui era perciò indispensabile la lavorazione: coltelli, rasoi, vanghe, aratri e scuri.
Agli inizi del 1400 anche il mestiere del maniscalco venne iscritto all’Arte dei Fabbri: questo mestiere era richiesto talmente, che spesso era svolto anche nei giorni festivi, soprattutto in caso di guerra; nella seconda metà del Trecento, i primi statuti riguardano anche i sensali di cavalli da sella e animali da soma e i carbonai. Oltre a loro, appartenevano all’Arte anche mercanti di cavalli e gli arrotatori di forbici, per cui erano fissati particolari salari. Dal 1410, inoltre, anche Corazzai e Spadai entrarono a far parte dell’Arte. I coltelli prodotti dai fabbri fiorentini venivano venduti perfino nell’Impero Bizantino, grazie all’ottima qualità dei manufatti. Finora il coltello era personale e usato in tutte le attività senza distinzioni: solo nel Rinascimento cominciò ad assumere forme diverse a seconda dell’uso a cui era destinato.
Considerata l’enorme fatica a cui i garzoni, la vera forza lavoro della bottega, in quanto forgiavano i pezzi di ferro con incudine e martello, erano sottoposti nel loro apprendistato, godevano di maggiori benefici e vantaggi rispetto a quelli delle altre arti.
Sant’Eligio, orefice, soprintendente alla zecca di Parigi sotto Clotario II, vescovo di Rouen e maniscalco, fu il Santo protettore dei fabbri: le celebrazioni in suo onore avvenivano il 25 giugno, il suo tabernacolo sulla facciata della Chiesa di Orsanmichele, dal lato di via dell’Arte della Lana, é uno dei più importanti per la città. Nello sfondo dietro la statua si vede riprodotta la tenaglia, tipico strumento del mestiere. Nel basamento é invece rappresentato il lavoro del maniscalco mentre ferra il cavallo di un’amazzone.
Quello del maniscalco é un lavoro tra i più caratteristici dell’artigianato del ferro: i suoi compiti andavano dalla completa cura del cavallo alla cerchiatura delle ruote dei carri. Inoltre, molto spesso i maniscalchi sapevano curare e operare i cavalli, svolgendo così anche la funzione di veterinari: tutti i loro strumenti erano prodotti in ferro.
Particolare era il lavoro del cesellatore, che eseguiva le decorazioni a bassorilievo su oggetti metallici: disegnata l’immagine da eseguire, il metallo veniva battuto su un’incudine ricavando così un’impronta, riempita poi di cemento per rendere il materiale più consistente, e solo allora si procedeva alla realizzazione del disegno.
Incudine e martello sono stati i primi e unici strumenti del fabbro per lungo tempo, fin quando si scoprì che si poteva fondere il ferro e versarlo nello stampo: innovazione questa che incrementò la produzione e la vendita di molti manufatti. Gli stampi erano costruiti da artigiani, a seconda dell’oggetto da realizzare, e servivano soprattutto a produrre molti elaborati con la stessa tecnica di decorazione.
Altre tecniche di decorazione erano l’incisione con acidi, che consisteva nel versare acido sul metallo parzialmente ricoperto di cera: le parti scoperte riproducevano un disegno leggerissimo, a volte messo in risalto con vernici o altri metalli; e l’incisione a scalpello, usata soprattutto tra XVI e XVII sec. tramite trapano, lima e altri utensili.
Legate al ferro, oltre all’Arte dei Fabbri, erano anche l’Arte di Corazzai e Spadai e l’Arte dei Chiavaioli.

Il lampadario della chiesa di Barbiana, esempio di ferro battuto
Lampadario della Chiesa di Barbiana dopo il restauro ©www.zoomedia.it 2003

Laura Bartali
elaborato da
"Breve storia dei mestieri artigiani
La tradizione fiorentina"
di M.P.Lebole
Edifir Ed. Firenze 2003

www.zoomedia.it pubblicazione registrata al Tribunale di Firenze n° 5555 del 20/02/2007
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Pagina pubblicata il 07 08 2003 - Aggiornato il 03-Ott-2012