Programma, immagini
in palazzo Vecchio
e orazione ufficiale di Miriam Mafai

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Miriam Mafai
Orazione ufficiale del
61° Anniversario
della Liberazione di Miriam Mafai
"Noi celebriamo oggi insieme due date, il 25 aprile e il 2 giugno: il giorno
della Liberazione e quello che, vide gli italiani e, per la prima volta
anche le italiane votare per scegliere tra Monarchia e Repubblica e darsi
una nuova Costituzione.
Di quegli avvenimenti che risalgono ad oltre 60
anni fa, noi, o meglio molti di noi qui presenti, siamo gli ultimi testimoni.
E' giusto dunque
dare a noi la parola, ma spetta a noi evitare il pericolo del reducismo,
della nostalgia quasi quell'Italia di sessant'anni fa fosse, a differenza
di quella di oggi, un paese tutto unito attorno agli ideali della Resistenza
e della Repubblica.
Non era così. Anche quell'Italia era divisa.
Basti,
a ricordarlo il fatto che da Roma in giù, persino nella nostra
capitale fu la Monarchia compromessa con il fascismo e non la Repubblica,
a raccogliere il 2 giungo del 1946 la maggioranza dei consensi.
La
nostra storia è una storia complessa, lacerata, divisa. Come
la storia del resto di tutti i paesi d'Europa, la cui unità è frutto
di lotte e divisioni anche assai aspre.
Ma tutte le grandi nazioni
democratiche oggi si reggono su una salda memoria e condivisone della
propria storia. Valga per tutti
l'esempio
della Francia
che celebra unita il suo 14 luglio e la memoria della grande
Rivoluzione che non fu certo meno tragica e dolorosa della nostra Resistenza.
Da noi questo processo di unificazione della memoria e della
storia,
attorno
al
nucleo essenziale della Resistenza al fascismo non è ancora,
a sessant'anni da allora, del tutto compiuto. Ha conosciuto momenti
di forte condivisione.
Ricorderò in questo senso gli eventi del luglio 1960 e la
battaglia contro il governo Tambroni sostenuto alla Camera dai
voti dei fascisti.
Ma anche, in anni recenti, fasi di appannamento e oscuramento.
Basterebbe ricordare in questo senso. La programmatica assenza
in tutti questi anni
dell'onorevole Berlusconi dalle cerimonie in memoria del 25
aprile.
Non saremo mai abbastanza grati, invece, al presidente
Carlo Azeglio Ciampi
che con autentica e tenace passione si è adoperato,
nel suo lungo settennato per esaltare la memoria e l'importanza
della
battaglia antifascista
e della Resistenza.
Il 25 aprile, che oggi celebriamo insieme è e
resta, come ci ricorda il presidente Ciampi, la data cardine
nella nostra storia di cui essere
orgogliosi.
La Resistenza, l'Insurrezione, il 25 aprile segna
nel nostro paese. La sconfitta della dittatura fascista e della
occupazione tedesca
rende possibile la vittoria della Repubblica e la convocazione
di una Assemblea Costituente che disegnerà i caratteri
fondamentali della nostra democrazia.
Ed è per me motivo
di soddisfazione e di orgoglio celebrare questa data qui a
Firenze, la prima città d'Italia nella quale la liberazione
fu, nell'agosto del 1944, opera dei fiorentini stessi, dei
patrioti della città e dei partigiani discesi dai monti.
Onore
dunque a quelle bandiere, ai protagonisti e ai reduci di quelle
battaglie, agli ultimi testimoni di quelle drammatiche
vicende, che
vedo qui presenti.
La nostra Costituzione è il frutto di quella Resistenza,
frutto di un compromesso, certamente, tra uomini e donne di
diverso orientamento
politico, ma di un compromesso alto, nel senso più vero
della parola: compromesso come "promettere insieme".
E
agli italiani ed alle italiane venne promessa, e garantita,
con quella Costituzione una società democratica nella
quale a tutti, uomini e donne fosse data la possibilità di
vivere insieme sotto il segno della uguaglianza, la democrazia,
la libertà.
Una Costituzione che
porta questo segno, nata da tante battaglie e sacrifici non
può essere
modificata solo da una parte politica, foss'anche maggioritaria.
Ci sono diritti e principi che non possono essere sottoposti
a votazione.
E tra
questi c'è l'unità del nostro paese, frutto di
tante lotte e sacrifici.
E, con l'unità del paese, l'uguale
trattamento dei cittadini dovunque la sorte li abbia fatti
nascere.
La cosiddetta "devolution" votata
nel corso dell'ultima legislatura sotto il ricatto della Lega
attribuisce invece alle singole regioni legislazione esclusiva
su una serie di materie
tra cui la sanità e la scuola, con un evidente rischio
di creare cittadini che godranno di maggiori o minori diritti
e possibilità a
seconda delle regioni alle quali appartengono.
Anche per questo,
mentre celebriamo il 25 aprile e il 2 giugno, date fondative
della nostra unità nazionale
e di quella Costituzione di cui siamo giustamente orgogliosi
chiediamo agli italiani di respingere con il loro voto il prossimo
giugno,
quel tentativo di rottura dell'unità nazionale del principio
di uguaglianza che furono l'esito migliore della nostra Resistenza."
Fonte : Comune di Firenze

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- vanna innocenti
25 aprile 2005 - Miriam Mafai
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