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Firenze

Note biografiche di Bartolomeo Ammannati
L’Acqua, la Pietra, il Fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore.

Museo Nazionale del Bargello

"L’Acqua, la Pietra, il Fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore". Nel quinto centenario della sua nascita, si tiene la prima mostra monografica dedicata a Bartolomeo Ammannati nel museo che ne conserva il maggior numero di opere scultoree.

BARTOLOMEO AMMANNATI
Settignano 1511- Firenze 1592

Nato a Settignano da una famiglia di scarpellini, Bartolomeo si formò a Firenze con Baccio Bandinelli, di cui frequentò la scuola, e con Giovanni Angelo Montorsoli, cui rimase legato da profonda amicizia.

Le sue opere d’esordio sono la lunetta con Dio Padre, nel Duomo di Pisa (1536) e il marmo raffigurante Leda e il cigno, eseguita a Firenze, attorno a quella data.

Poco più tardi si sarebbe recato a Venezia (1538 circa), per collaborare con Jacopo Sansovino alla decorazione della Libreria di San Marco (per la quale eseguiva la sua prima statua, un Nettuno) e successivamente ad Urbino.

Di ritorno a Firenze, esegue il Monumento sepolcrale di Mario Nari, nella Basilica della Santissima Annunziata (1540-1542), che fu presto smantellato (1565).

Questo insuccesso lo spinse a recarsi a Padova, presso il giurista Marco Mantova Benavides, che gli commissionò, per il giardino della sua residenza, varie sculture – fra cui un Ercole marmoreo colossale – e il proprio Monumento funebre, nella Chiesa degli Eremitani (1546).

Nel 1550 sposa a Loreto la poetessa urbinate Laura Battiferri, trasferendosi in quello stesso anno a Roma, dove il Vasari lo introduce alla corte pontificia di Giulio III.

Per incarico del papa, esegue il Ninfeo di Villa Giulia e le tombe di Antonio e Fabiano Del Monte, in San Pietro in Montorio.

Nel 1555, alla morte di Giulio III, lascia Roma e rientra a Firenze, dove presto conquista un posto di rilievo alla corte di Cosimo I, fino a diventarne lo scultore di fiducia. Anche grazie alla sua amicizia con Vasari, ottiene subito commissioni importanti e rappresentative, quali la Fontana per il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, mai posta in situ e successivamente montata nei giardini di Pratolino e di Boboli.

A questa seguirono altre spettacolari fontane: quella con Ercole e Anteo e quella con l’Inverno, per la villa medicea di Castello e, contemporaneamente, quella del Nettuno in Piazza della Signoria.

Apprezzatissimo – a Firenze e a Roma – anche come architetto e autore di importanti edifici e palazzi nobiliari, Ammannati va ricordato almeno per il nuovo imponente cortile di Palazzo Pitti e per il Ponte a Santa Trìnita.

Membro dell’Accademia delle Arti del Disegno, la sua crescente devozione e il legame che assieme alla moglie strinse con l’ordine dei Gesuiti, lo portò in vecchiaia a rinnegare le opere profane della giovinezza in una celebre Lettera agli Accademici (1582).

Progettò e finanziò personalmente la nuova facciata della chiesa gesuita di San Giovannino, dove fondò la propria cappella, in cui fu sepolto, lasciando alla morte (1592) tutte le sue cospicue sostanze al Collegio dei Gesuiti.


©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 10 maggio 2011
"L' Acqua, la Pietra, il Fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore". In primo piano nell'immagine, si vedono i bronzi Ercole e Anteo che, insieme all’Inverno, l’Ammannati realizzò per le fontane del giardino della Villa medicea di Castello. Nello sfondo, sulla parete, la "Veduta della Villa di Castello " del 1599 di Giusto Utens.

L’Acqua, la Pietra, il Fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore.

Indice mostre ed eventi al Museo Nazionale del Bargello

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Pagina pubblicata il 05-2011 - Aggiornato il 28-Mag-2011