Toscana alle radici del gusto
Guida ai luoghi e ai sapori
©www.zoomedia.it vanna innocenti
L'autore di "Toscana alle radici del gusto", C. Benzio,
presenta la sua opera con l'assessore S. Cenni
'Toscana alle radici del gusto' è una
guida per scoprire aneddoti popolari sull'alimentazione, sull'origine dei
piatti con escursioni
gastronomiche abbinate a luoghi e personaggi della Toscana.
Un volume, circa 200 pagine a cura di Regione Toscana e Giunti, sulla
ritrovata antica sapienza gastronomica Toscana.
La storia e la cultura del territorio collegata alle ricette più tipiche
custodite da tutta la Toscana.
Le narrazioni dei sapori e delle antiche
ricette a base dei prodotti tipici toscani sono collegate ai personaggi
ed ai luoghi per diventare proposte di veri e propri percorsi ed escursioni.
La cucina
del passato... delle tavole nobili e quella dei contadini.
..."prima dell'arrivo del turismo era terra di pastori, carbonai
e contadini che avevano nella castagna la
prima fonte di sostentamento. Con la castagna si
preparavano tanti piatti: polenta ma
anche castagnaccio e
perfino fiandulone, un pane fatto con la farina dolce tipico dei paesi
di montagna. Con il pane e la polenta di castagne
si accompagnava un po' di tutto: formaggi, ricotta, l'aringa, le stesse
salsiccie di maiale.
La castagna dell'Amiata
grazie alle sue caratteristiche particolari di bontà e dolcezza
ha ottenuto l'indicazione geografica tipica (IGT). Che prevede un disciplinare
molto
duro, a partire dalle rese per pianta e per ettaro (rispettivamente 12
e 1800 chili). Tre le varietà usate: il marrone,
la bastarda rossa e il cecio. Ma guai a mischiarle nella commercializzazione:
ogni varietà, dalla qualità diversa, deve essere venduta "in purezza".
Certo i tempi sono cambiati. Una volta, e parliamo dei secoli che
vanno dal XIV, gli Statuti
comunali dell'Amiata prevedevano un governo rigido
dei castagneti, proprio per l'importanza che avevano nella sopravvivenza
della popolazione. Soprattutto era punito severamente il danneggiamento
delle piante, per altro frequente per fare legna, per autoconsumo
e per produrre carbone. Oggi i tempi sono cambiati e il castagnaccio (forse
il dolce simbolo della Toscana povera dei monti) è diventato
quasi un dolce di lusso, arricchito con noci e pinoli e servito con
un abbondante
strato di ricotta fresca. Ma quando lo assaggiate, ricordatevi un
momento quando l'Italia era povera. ..."