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L'Arte fiorentina dei Legnaioli
Istituite nel corso del XIII secolo le sette Arti Maggiori,
con gli Ordinamenti di Giustizia del 1293 si
giunse anche all'ordinamento delle Arti Minori. Suddivise
in base alle caratteristiche del mestiere e del lavoro artigiano,
ognuna con un suo statuto, gonfalone e sede, se ne istituirono ben
quattordici. Ogni Arte raccoglieva una varietà di mestieri e specializzazioni,
tanto che in quel periodo a Firenze era difficile trovare un individuo
"senza arte nè
parte".
Gli iscritti all'Arte dei Legnaioli collaboravano alla costruzione
degli edifici e realizzavano gli arredi e le suppellettili degli interni.
Lo
statuto descrive le varie tipologie di mestieri: "bottai, cerchiai, cofanai,
bastai, legnaioli grossi (all'ingrosso), cassettai, barlettai;
venditori e acconciatori di legname, venditori di casse e facitori di
cofani, forzieri e forzierini, scrigni, lettiere, deschi, banchi, arche
(bare),
madie, selle da bestie, ceste, pali di legno, rastrelli da modare il
grano, telai, gramole (strumenti usati dai pastai per lavorare il pane
e, in foggia
diversa, necessari ai linaioli per dirompere lino e canapa) asserelle,
vanghieli (attrezzi di legno per lavorar la terra), botti, tina, bigonce,
barili, cerchi, pèere (tipo di vaso bislungo che serviva da imbuto per
mettere il vino nelle botti) et simili".
I segatori di legname e i conducenti dei "foderi" (tronchi
legati insieme e trasportati dalla corrente dei fiumi) facevano parte dell'Arte
dei Legnaioli.
Testimonianza dell'abilità e il buon gusto raggiunta in quest'arte
sono i cassettai specializzati nei cassoni di legno trecenteschi
che si possono vedere ancora oggi nei musei. Particolarmente curati da
questi artigiani erano le cassepanche destinate alla conservazione dei
corredi delle spose, le "donora" profumate dai mazzetti di spigo. Questi
componenti d'arredo medievale duravano molte generazioni ed erano personalizzati
nei modi più vari e raffinati. Le cassepanche venivano scolpite, intarsiate,
decorate con stucchi, ornate con pitture e applicazioni. I soggetti dei
decori erano uomini, animali, stemmi di famiglia, fiori che nel tempo
divennero rappresentazioni più complesse come cortei nuziali e allegorie.
I cassoni fiorentini e i bauli costruiti dai cofanai erano molto apprezzati
ed oggetto
di esportazione.
I mobili, le opere dei falegnami dell'Arte, dalle semplici
forme medievali nel tempo furono costruiti via via con legni
pregiati e con un'esecuzione più raffinata e precisa.
Nel gusto e nello
stile rinascimentale ritroviamo tra le cassepanche vere e proprie opere
d'arte realizzate da artisti come Giuliano, Giovanni e Benedetto da Maiano
che
si cimentarono
nel loro disegno e nella realizzazione.
Tra gli arredi in legno più importanti
si ricordano i plutei della Biblioteca
Laurenziana disegnati da Michelangelo Buonarroti e realizzati
ad intaglio da Battista e Ciapino
Del Tasso, da Antonio Carota e da Battista Del Cinque.
Con la tecnica ad intarsio ligneo sono celebri le
realizzazioni dei cori di importanti chiese risalenti al Quattrocento.
Un celebre legnaiolo fu Manno di Benincasa detto Manno dei Cori, data la
sua abilità e preparazione nella realizzazione di questi ambienti.
Alcuni grandi esempi di intarsio ligneo:
il coro
del Duomo di Firenze fu
eseguito nel '400 e rivela l'abilità raggiunta dai maestri anche nell'applicazione
della prospettiva alle rappresentazioni; nella Sacrestia della Basilica
di Santa Croce troviamo le
Tarsie cinquecentesche di Nanni Unghero, con motivi naturalistici.
Il legname necessario in gran quantità era importato dai
boschi del Casentino e del Mugello e trasportato via terra, con carri o
a dorso
di
mulo, o via
acqua con i foderi.
La città era dotata di porti per lo scalo dei foderi in arrivo
e per l'esportazione di legname a Pisa, dove veniva utilizzato per la
costruzione delle
navi.
Protettrice dell'Arte era la Vergine Maria.
L'insegna dell'Arte mostrava un albero verde in campo bianco con, al centro
del fusto in naturale, una cassa di color legno.
Con la legge del 17 luglio 1534 venne ridotto il numero delle
Arti Minori e i Legnaioli furono inquadrati nella "Università dei Fabbricanti"
con i Fabbri, Chiavaioli, Maestri di Pietra e Legname, Corazzai
e Spadai.
La riforma del 26 aprile 1583 unì all'Università dei Fabbricanti quella
di Por San Piero (che comprendeva Beccai, Fornai, Oliandoli) nella nuova
denominazione "Università dei Fabbricanti e di Por San
Piero".
Infine Pietro Leopoldo soppresse tutte le Università degli artigiani con
il bando del primo febbraio 1770 che istituì la Camera di Commercio.
Elaborato da: "Le arti e i mestieri di Firenze"
di L. Artusi - 1990 - Newton Compton editori
v.i.
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