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Firenze

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Colonna particolare del decoro. Nell'immagine un particolare dell'ornato di un'antica colonna conservata nel museo.

Museo Stefano Bardini

Inaugurazione
- Il museo è stato riaperto al pubblico il 4 aprile 2009 e dopo 10 anni di lavori è stato riallestito come in origine l'aveva donato l'antiquario Stefano Bardini.

"Ritorni" dal 5 al 13 Ottobre 2013, è la mostra allestita al Museo Bardini in occasione della XXVIII Biennale dell'Antiquariato di Firenze.

"Anna Casati. Moda a Firenze 1952-1994. Da Vacanze Romane ai favolosi anni Ottanta" è la mostra nel 2012

Al Museo Stefano Bardini si accede da via de' Renai, 37. È aperto il sabato, la domenica, il lunedì e il venerdì dalle ore 11,00 alle ore 17,00

La sala con il grande Crocifisso
©www.zoomedia.it vanna innocenti 3 aprile 2009
La "Sala del Cristo" è così denominata per la presenza del grande Cristo posto
sul pilastro centrale, la sala ospita anche le collezioni degli antichi cassoni di legno
decorati e le sculture a soggetto: "Madonna con Bambino"; tra queste la "Madonna
dei Cordai" e la "Madonna della Mela" di Donatello.


©www.zoomedia.it vanna innocenti 3 aprile 2009
"Sala del Cristo" particolare del decoro della colonna centrale
nell'interserzione nel soffitto ligneo decorato


©www.zoomedia.it vanna innocenti 4 aprile 2009
Collezione di terrecotte, antichi arredi intarsiati e tappeti orientali dal
sec. XVI al XVIII, in una delle tre grandi sale del piano nobile.

particoare della disposizione della collezione di cornici
©www.zoomedia.it vanna innocenti 3 aprile 2009
"Sala delle Cornici", particolare della disposizione e
dei decori della collezione di cornici.


©www.zoomedia.it vanna innocenti 4 aprile 2009
"Sala dei Bronzi" con la collezione di armi.

Particolare del decoro e delle finiture di un cuscino in cuoio lavorato
©www.zoomedia.it vanna innocenti 3 aprile 2009
Particolare del decoro e delle finiture di un cuscino in cuoio lavorato.
Nella collezione Bardini sono conservati i "Corami Bardini" alcuni pannelli in
cuoio lavorato che venivano utilizzati per il rivestimento delle pareti (prima
che la moda degli arazzi ne facese dismettere l'uso) e una serie di oggetti
rivestiti dello stesso materiale.

Il Museo Bardini fu donato alla Città di Firenze da Stefano Bardini (1836-1922), raffinato mercante d’arte, nel 1922.
L'antiquario Bardini aveva allestito la propria galleria antiquaria nell'area del convento e della chiesa di San Gregorio della Pace; con pezzi autentici (altari, scale, portali, colonne, soffitti...) aveva trasformato le preesistenti strutture in un palazzo neo-rinascimentale dove, oltre allo spazio espositivo, trovarono spazio i laboratori di restauro.

Nel 1925 il museo aprì come Museo Civico; fu cancellato il progetto originario, l'allestimento e la disposizione delle opere ebbero un senso cronologico didascalico (vi sono conservati originali opere realizzate dall'epoca romana al Settecento), gli oggetti d'arte applicata furono trasferiti al Museo Stibbert e molti arredi traslocati a Palazzo Vecchio; vi furono radunate opere dai depositi comunali anche provenienti dagli imponenti lavori di rinnovamento del vecchio centro della città di Firenze nel periodo di Firenze capitale d'Italia.

Tra i capolavori del museo Bardini: la Carità di Tino di Camaino, la Madonna dei Cordai e la Madonna della Mela di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, i disegni del Tiepolo, "l'Atlante" del Guercino.
Fanno parte della collezione Bardini 6449 lastre fotografiche originali, realizzate dal Bardini stesso, che documentano le opere d'arte da lui trattate.

Nel 1999 il Museo fu chiuso per l'adeguamento dell'intero edificio alle norme di sicurezza. Negli anni 2002 -2003 è stato realizzato l'adeguamento impiantistico della struttura e contemporaneamente è stato elaborato un progetto di ripristino originario del Museo con l'obiettivo di dare vita ad un punto di eccellenza del sistema museale fiorentino.

La sala al piano terra ospita le opere d'arte dalle collezioni comunali entrate nel Museo dopo la morte di Bardini. Vi trovano posto opere significative come il "Diavoletto" del Giambologna, il "Cinghiale" opera di Pietro Tacca l'originale della copia presente al cosiddetto "Porcellino" della "Loggia del Mercato Nuovo" o della "Paglia", e il Marzocco unico originale rimasto del fregio dell'ingresso Ovest di Palazzo Vecchio; molti reperti, elementi architettonici ed opere d'arte originali provenienti dai lavori di fine '800 nel vecchio centro cittadino e acquisizioni comunali a seguito della soppressione degli Enti Ecclesiastici del 1866.

Nel palazzo, all'ultimo piano, è conservata la collezione Corsi, donata al Comune nel 1937 da Fortunata Carobbi Corsi, costituita da circa 720 dipinti dal Medioevo all'Ottocento.

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Pagina pubblicata il 17-04-2009 - Aggiornato il 13-Ott-2013