L'uomo da sempre ha utilizzato i movimenti del corpo per
esprimersi e per comunicare.
L'espressione con i movimenti del
corpo può manifestare sentimenti, bisogni,
valori culturali
e spirituali.
Il linguaggio del corpo evolve diversamente nelle
varie epoche storiche e
nei vari strati sociali. Il codice elaborato
e particolarmente tratteggiato diventa arte. Coreutica
o l'arte della danza nacque in Europa con
la cultura greca (danza in greco corrisponde alla parola chorèia)
più
di dieci secoli prima di Cristo. Le danze delle civiltà egizia,
asiatica, africana confluirono contribuendo con i loro
tipici modi espressivi alla caratterizzazione
della danza greca.
Le espressioni coreografiche erano rielaborazioni per
evidenziare i momenti essenziali della vita sociale sia dell'individuo
che della collettività,
i temi dei
combattimenti, delle attività economiche (la caccia, la semina,
il raccolto), del corteggiamento, della fertilità, etc.
Le danze erano rappresentazioni mascherate e imitazioni (mimica),
potevano essere eseguite in circolo, in coppia o in processione a gruppi
di maschi e
di femmine.
La coreutica romana recepì quella greca e quella etrusca.
Circa 200 anni a. C. a Roma fu istituito l'insegnamento della danza
e i figli delle famiglie nobili
erano
avviati
allo studio
di questa
nuova
e raffinata
arte
del
muoversi.
Una disciplina importante sia per i singoli
individui che socialmente, fondata nei secoli sulla tradizione mnemonica
dei passi.
Una prima codificazione, confrontabile con quella delle sette
note musicali, si ritrova nel testo di Domenico da Piacenza del XIV
secolo, dove sono enumerate le 12 attitudini fondamentali della danza;
il testo dal titolo "De arte saltandi et choreas ducendi" è
presente alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Alla Biblioteca Nazionale di Firenze è invece presente
il secondo testo più antico, risalente al XV secolo, il trattato
di Guglielmo Ebreo da Pesaro dal titolo "De practica et Arte Tripudii".

Sala dei gigli 26 giugno
2004©www.zoomedia.it - v.innocenti 2004
Quest'anno nella tradizione
dei festeggiamenti di San Giovanni, durante l'apertura gratuita
dei musei fiorentini in palazzo Vecchio, è stata proposta una
festa rievocativa per i bambini, da sei anni
in poi. Nella Sala dei Gigli i partecipanti hanno potuto cimentarsi in
alcune danze simboliche, conoscere e
provare modi
raffinati di presentarsi in una simulazione cinquecentesca,
dinanzi ai duchi
di Firenze.
v.innocenti