Roberto Barni GAMBE
IN SPALLA - Sculture e dipinti

Grande scultura di Roberto Barni davanti al
sarcofago etrusco di Larthia Seianti
Roberto Barni GAMBE
IN SPALLA - Sculture e dipinti
Mostra dal 7
settembre al 30 novembre 2007 al Museo Archeologico di Firenze, sezione dell'iniziativa “Gambe
in spalla” ; di Roberto Barni, il
25 giugno era stata inaugurata la prima parte dell'iniziativa dedicata
alla serie di grandi sculture in bronzo, collocate in Piazza della
Repubblica,
nel Piazzale della Galleria degli Uffizi,
in Piazza Pitti e nel Giardino di Boboli.
La manifestazione che propone esposizioni delle
opere di Barni in tempi e luoghi diversi si concluderà il
29 settembre con l'apertura della sezione delle sculture e dipinti
di grande
formato
a Le
Pagliere, a Porta Romana, dove sarà presentato
anche il volume documentario delle opere installate nei vari
luoghi scelti per la loro ambientazione.
"La scultura di Roberto Barni si inserisce in quella
linea impegnata, descritta dal critico Alberto Boatto, che "affronta
l’ardua questione di
dare un’espressione plastica alla figura dell’uomo,
non già dell’uomo
eterno ma dell’uomo contemporaneo. Colpisce, oltre alle qualità formali
e il peculiare uso della patina, la spiccata originalità dell’iconografia
delle figure di Barni, figure umane che l’artista indaga
nelle sue diverse e molteplici sfaccettature. L’uomo perde
qui il privilegio dell’individualità per diventare
uomo comune, anonimo, che si perde nella folla delle grandi metropoli:
raddoppia,
prolifica,
si moltiplica in altrettanti cloni che creano concatenazioni, sovrapposizioni
e sequenze. Le figure di Barni si presentano quasi sempre in cammino."
Come dice l’artista, l’unico movimento che la scultura
può visualizzare nell’universo è quello della
figura umana, l’unica di cui si riesce a rendere il dinamismo.
Le creature di Barni si trovano spesso in situazioni di equilibrio
precario. Qui
la scultura sfida il senso di staticità, il vuoto, la vertigine,
con i suoi personaggi apparentemente impegnati in azioni contrastanti,
animati da una grande tensione.
Il titolo della mostra “Gambe in spalla”,
riprende quello di una delle sculture esposte, è un
monito ad andare avanti: la strada da percorrere è ancora
lunga, detto con quel tocco d’ironia
che contraddistingue l'artista e le sue opere.
Roberto Barni ha scelto per il Museo Archeologico una
serie di piccoli bronzi, realizzati appositamente. Le opere
entrano silenziosamente
nelle sale del museo, a volte si inseriscono all’interno
delle teche, si confondono con i preziosi reperti antichi...
Nella sala d’ingresso Faccia a faccia e sala
dopo sala... Scherzo, che affianca i canopi di Chiusi
del VII sec a.C.; Adagio, piccola
figura distesa tra alcune anfore decorate del VI secolo a.C.
nella Sala di
Pescia romana; Progenie con le sue tre figure in scala insieme
ai buccheri della prima metà del VI sec. a.C.; Colonna
bisbetica che si erge in mezzo a un pathos e un braciere, raffinati
esempi di produzione
ceretana della fine del VII sec. – secondo quarto del
VI sec. a.C.. Nella sala dedicata all’ellenismo troviamo
Meteora e Impresa a fianco a oggetti di uso quotidiano come
fruttiere,
situle o anfore
mentre Divergenze, Continuo, Rimorsi, Atto Muto interagiscono
con le ceramiche di Età Geometrica dei ceramisti ateniesi.
Sadovasomaso, dove due figure si aggrappano in contrapposizione
a un vaso cilindrico,
si distende quasi in atto ossequioso di fronte ad uno dei più illustri
pezzi del museo, il Vaso François, firmato dal vasaio
Ergotimos e dal pittore Kleitias, databile al 570 a.C.
Gambe
in spalle, qui in
un formato ridotto rispetto all’omonima scultura monumentale
nel Giardino di Boboli, è posta tra due capolavori:
due marmi greci di grande raffinatezza quali l'Apollo e l'Apollino
Milani. Gli
uomini di Barni in fondo appartengono a quell’esigenza
antica di rappresentare la figura umana che dal paleolitico
va al kouros greco
fino ai giorni nostri, e si pongono in un dialogo di assoluto
rispetto con le opere del Museo Archeologico.
In questo itinerario, interno a quello del museo, trovano spazio
anche dodici disegni circa, esposti nel corridoio tra il primo
e il secondo
piano, a testimoniare l’importanza della pratica del disegno
nel lavoro di Barni.
Solo tre, le sculture di grande formato: Motus,
nella suggestiva Sala delle Urne, e Passione dove la figura
umana si accompagna a quella animale, un cervo, un piccolo uccellino
e un cane,
e infine Remar contro, al piano terra, posta davanti al sarcofago
policromo etrusco di Larthia Seianti.
Le opere di Roberto Barni al Museo Archeologico saranno
visibili fino al 30 di novembre 2007."
c.s.