Sesta edizione delle “Notti dell’Archeologia” in
Toscana
Vivere da Etrusco: i
segni del dialogo tra culture nei musei Archeologici della Toscana
Eventi: Vivere da Etrusco. Identità e
contaminazioni
Vivere da Etrusco: i segni del dialogo tra culture
nei musei Archeologici della Toscana
Già nel IX, ma soprattutto nell'VIII secolo a.C. (periodi
caratterizzati dalla diffusione della cultura villanoviana) sono documentate
le relazioni con la Sardegna, attestate dalla presenza di rasoi, armi e
fibule etrusche sul suolo sardo e, di contro, da bronzetti sardi (barchette,
faretre e ceste miniaturistiche, bottoni, etc.) in alcune necropoli etrusche
quali Vetulonia, Populonia, Massa Marittima, Vulci, Tarquinia;
la loro
diffusione principalmente in tombe femminili ha fatto supporre l'esistenza
di rapporti matrimoniali tra le diverse etnie, a garanzia dell'alleanza
tra famiglie e comunità lontane.
Particolarissime bocchette fittili sarde,
rinvenute in gran numero soprattutto a Vetulonia, il centro che controllava
i più ricchi giacimenti minerari, potrebbero essere correlate
alla presenza in loco di maestranze sarde che vantavano una secolare
esperienza nella metallotecnica.
Nel terzo quarto dell'VIII secolo elementi greci-euboici
impiantarono un emporio, frequentato anche da genti fenicie, nell'isola
di Ischia (Pithekoussai) e intorno alla metà del secolo fondarono la colonia
di Cuma: da quel momento si intensificarono gli arrivi di ceramica greca
geometrica, prima sporadici, nei principali, nei principali centri dell'Etruria
meridionale.
Insieme al vasellame giunsero i primi artigiani che stabilirono
le loro botteghe sul suolo etrusco e fecero scuola, diffondendo le nuove
tecnologie per la lavorazione della ceramica: l'uso del tornio veloce,
la depurazione delle argille, la decorazione pittorica. Dal canto l'Etruria
- terra fertile, in felice posizione geografica e con un territorio facilmente
percorribile - era in grado di fornire abbondanti materie prime, e principalmente
le tanto ricercate risorse minerarie: ne è prova anche l'ematite elbana
ritrovata ad Ischia.
Ma è soprattutto dalla fine dell'VIII - inizi del
VII secolo a. C. che si verificò una profonda trasformazione socio-culturale
innescata dall'intensificazione delle relazioni e degli scambi, probabilmente
correlata alle trasformazioni dell'assetto politico in alcune aree che
si affacciavano sul Mediterraneo, e in primo luogo la conquista assira
degli scali siro-fenici e l'espansione della colonizzazione greca dell'Italia
meridionale e della Sicilia.
in questo momento di straordinario sviluppo della storia etrusca, noto
come facies Orientalizzante, cominciano a circolare doni prestigiosi scambiati
tra pari a suggello di relazioni politiche ed economiche ed a garanzia
del movimento di merci ed uomini.
Arrivano così in Etruria vasi e figurine di ... dall'Egitto, calderoni
e sostegni di bronzo, avori e gusci di uova di struzzo dal vicino oriente,
coppe d'argento dorato e di bronzo con decorazione incisa dall'area siro
- fenicia e bocchette d'argento da Cipro, ceramiche finemente decorate
soprattutto da Corinto, ma anche da Chio, da Rodi e dalle Cicladi, che
oggi ritroviamo nei mausolei delle grandi famiglie del ceto dominante,
e si diffonde un nuovo stile di vita.
Artigiani orientali si trasferiscono in Occidente, fondando
in Etruria botteghe di alto artigianato; i loro discepoli producono oreficerie
come quelle rinvenute nelle tombe vetulonesi, straordinari avori scolpiti
e incisi come quelli ritrovati nei tumoli principeschi di Comeana (Carmignano),
Sesto Fiorentino, Chiusi, Murlo, San Casciano, Marsiliana d'Albegna, vasi
di vetro colorato come quelli restituiti dalle stesse tombe della Montagnola,
di Montefortini, di Vetulonia, e diffondendo ovunque le iconografie "orientalizzanti".
Analogamente arrivano nuovi artigiani ellenici che, trapiantati
in terra Etrusca, danno l'avvio ad una fiorentissima produzione locale
di ceramica dipinta, presto seguita dalle prime manifestazioni della grande
pittura, e cominciano timidamente a circolare le saghe ed i miti greci
che tanto spazio avranno nei secoli successivi in tutte le manifestazioni
artistiche d'Etruria, e con evidenti riflessi nel costume locale.
Sempre nel corso del VII secolo a.C., e a seguito di questi
contatti, nasce anche la grande scultura con le prime realizzazioni di
Ceri, di Vetulonia, di Casale Marittimo, si sviluppa la grande architettura
funeraria, si diffonde la scrittura.
Parallelamente sembrano intensificarsi anche le relazioni
con i centri di antica tradizione metallurgica dell'Europa centro-occidentale
di cultura halstattiana, presumibilmente con l'avvio di "tecnici specializzati",
e fra questi di un maestro che verosimilmente produce vasellame di bronzo
nel territorio vetuloniese.
Verso la metà del VI secolo a.C. il primato delle esportazioni
di ceramica greca verso i mercati etruschi passa da Corinto ad Atene. Dall'Attica
arrivano degli autentici capolavori, prima a figure nere e poi a figure
rosse, esibiti nei momenti più alti della vita pubblica e privata o destinati
ad accompagnare il defunto nella dimora eterna.
Dalla fine del VII e soprattutto nel VI secolo a.C., l'Etruria
dal canto suo avvia l'esportazione di vino verso i mercati del Mediterraneo
occidentale e dell'Europa continentale, attestate dal ritrovamento, sia
nei relitti naufragati che in terra ferma, di anfore vinarie etrusche insieme
al vasellame ceramico o bronzeo necessario per il consumo di questa bevanda.
Da queste ricche testimonianze archeologiche è nata l'idea
di realizzare un' "esposizione diffusa" che coinvolgesse i diversi musei
archeologici della Toscana, ciascuno con il proprio personale patrimonio,
che potrà essere valorizzato all'interno di questa iniziativa.
Notti dell’Archeologia 2006