Eventi nel Palazzo Medici
Riccardi
Ori, argenti, gemme Restauri
dell’Opificio delle Pietre
Dure
©www.zoomedia.it vanna innocenti 2007
Conferenza stampa nella nuova sala stampa "Oriana Fallaci" di "Ori,
argenti, gemme -
Restauri dell’Opificio
delle Pietre Dure" con, da sinistra, Alessandro Belisario, direttore
Cultura e Biblioteche e Giovanna
Folonari, assessore alla Cultura della Provincia di Firenze; Cristina Acidini,
soprintendente al Polo Museale Fiorentino e Clarice Innocenti, curatrice
della mostra e responsabile dell'Opificio
delle Pietre Dure.
©www.zoomedia.it vanna innocenti 2007
Ultima sala dell'esposizione, come nell'intero percorso
il nero è stato voluto per mettere in risalto la luce e le minuziose
parti delle opere d'arte.
©www.zoomedia.it vanna innocenti 2007
Il braccio sinistro, con la placchetta della Madonna e le ritrovate decorazioni
a smalto a motivi vegetali, della "Croce astile" in
argento, argento dorato, rame dorato e legno di Antonio di Salvi Salvucci
(Firenze
1450-1527);
conservata
a Borgo a Buggiano, Pistoia, al Museo della Basilica del Santissimo Crocifisso;
proveniente dalla chiesa della Madonna della Salute e San Niccolao di Buggiano
Castello a Buggiano. Esempio della finezza e accuratezza raggiunta dall'oreficeria
Toscana della fine del XV secolo.
©www.zoomedia.it vanna innocenti 2007
Particolare con delimitazione del prima e dopo il restauro dell' "Altare
d'argento,
Galleria
con
nicchie
e
statuette
di
Santi,
Profeti e Sibille" degli ultimi decenni del XIV secolo conservato al Museo
dell'Opera
di Santa Maria del Fiore.
La mostra "Ori, argenti, gemme Restauri
dell’Opificio
delle Pietre Dure" offre una selezione di opere, provenienti da diverse
città italiane, realizzate tra i
primi anni del XII alla metà del
XVII secolo, selezionate per presentare l’attività del
laboratorio di restauro delle oreficerie dell’Opificio delle Pietre
Dure.
Si tratta
di quindici capolavori rappresentativi dell'alto livello
dei diversi tipi di produzione orafa e documenti di significativi
interventi di
restauro; Sono documentati i
diversi
tipi di restauro e la loro particolare complessità.
In Palazzo Medici Riccardi con ingresso dal cortile
di Michelozzo, dopo i pannelli introduttivi e lungo il percorso espositivo,
s'incontrano:
due
opere da restaurare: la Corona della Madonna
della Visitazione della Chiesa di Maria Santissima della Visitazione ad
Enna (1653) e la Croce-reliquiario,
detta “Croce Santa”, (capolavoro duecentesco), della Pinacoteca
Comunale di Castiglion Fiorentino, Arezzo.
Alcune opere in corso di restauro
ne documentano le diverse fasi: la Croce astile (argento
e smalti), del secolo XIV e il Calice in argento, opera di Cosimo Merlini,
datato 1637, entrambi da Luco di Mugello (Firenze), per illustrare la fase
dello smontaggio, del consolidamento, del rimontaggio; la Gruccia di San
Giovanni Gualberto, in argento, avorio e smalti (dall’Abbazia di
Vallombrosa, secolo XVI), per il problema dell’integrazione; i due
Angeli argentei del Reliquiario di San Gerolamo, opera di Antonio di Salvi,
1489 (dal Museo dell’Opera del Duomo di Firenze), uno prima della
pulitura, l’altro a pulitura terminata.
L'esposizione dei
pezzi a documentazione del restauro, in corso, dell’Altare argenteo
dal Battistero di Firenze, realizzato fra la seconda metà del XIV
secolo e la seconda metà del XV (Firenze, Museo dell’Opera
del Duomo). Sono illustrati lo smontaggio e le diverse fasi della pulitura
con tre formelle, Giovanni Battista davanti a Erode, di scultore trecentesco,
la Nascita del Battista, di Antonio del Pollaiolo, la Decollazione del
Battista di Andrea del Verrocchio, oltre a una galleria di santi entro
nicchie, risalente alla fase trecentesca dell’esecuzione.
Infine le
opere a restauro ultimato, scelte sulla base del livello particolare
di esecuzione, della varietà delle
tipologie, della complessità dell’intervento.
La più antica è l’Altarolo portatile, in argento
e granito, risalente ai primi del XII secolo (Modena, Museo del Duomo);
appartiene
alla seconda metà del XIII secolo il Calice di San Atto in argento
dorato e granati (Pistoia, Museo Vescovile). Al XIV secolo risalgono
il Reliquiario detto Libretto, in oro, smalti, perle, rubini, con miniature
su pergamena, di manifattura
francese (Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) e due Croci astili,
la Croce reliquiario in argento e smalti, opera documentata del maestro
di Sulmona Masio di Ciccarello (Montedinove, AP, Museo), la Croce reliquiario
in argento dorato e cristallo di rocca (Greve in Chianti, FI, Museo di
San Francesco) e la terza
Croce esposta, la Croce astile di Borgo
a Buggiano descritta su e nell'immagine.
Il Pellicano che nutre i piccoli,
pendente
in oro, smalti, pietre, databile ai primi del XVII secolo (Enna, Chiesa
di Maria Santissima della Visitazione) e l’Ostensorio di Sant’Ignazio
Martire, la cosiddetta Sfera d’oro, opera di Leonardo Montalbano,
documentata al 1640 (Palermo, Galleria Regionale), il cui restauro
rappresenta il maggiore risultato per l’Opificio
sono i capolavori dell’oreficeria
siciliana presenti in mostra.
"Ori, argenti, gemme Restauri dell’Opificio
delle Pietre Dure" è stata organizzata dalla Provincia di Firenze
in Palazzo Medici Riccardi e dal 30 settembre 2007 sarà aperta fino all'8
gennaio 2008 - tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 19.00 escluso il mercoledì.