Dalle icone a Malevich
Capolavori dal Museo Russo di San Pietroburgo
8
febbraio - 30 aprile 2011 - Galleria d’arte
moderna, Andito degli Angiolini,
Palazzo Pitti

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- vanna innocenti - 7 febbraio 2011
"Dalle icone a Malevich". Nell'immagine due significativi
dipinti di Kazimir Malevich ("Autoritratto" del 1933
e "Torso
femminile"
del 1928-29) delle quaranta opere proposte nell'Andito degli Angiolini
e Galleria dell'Arte Moderna
di Palazzo
Pitti
in occasione dell'Anno della Cultura e Lingua Russa in Italia e della
Cultura e Lingua Italiana in Russia. La mostra, è aperta in anteprima
nell'ambito del ricco programma d'iniziative e di scambio culturale
tra i due paesi. Firenze e San Pietroburbo hanno avuto, nella loro storia,
svariati importanti momenti d'incontro artistici e culturali.

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7 febbraio 2011
"Dalle icone a Malevich". Le
immagini di questa pagina descrivono la mostra
allestita negli ambienti
lorenesi di palazzo Pitti.
Il campione di opere d'arte
figurativa russa, esemplificativo di
stili,
di
tecniche
e
di
epoche
diverse, proposto in mostra, proviene dal
Museo
Russo
di
San
Pietroburgo. Il Museo Russo documenta circa 1.000 anni di storia artistica
tramite
una
raccolta
di circa 400.000
opere
ed è dislocato
su
cinque
palazzi
diversi
in San Pietroburgo. Sulla sinistra nell'immagine,
la grande icona, l'opera il Cristo Pantocrator in trono fra le potenze del
XVI secolo, è rappresentativa della grande tradizione dell’arte
delle icone che ha costituito l'unica modalità espressiva
russa sino al '700. In questo viaggio nell'arte russa a pitti si è voluto
dare
maggior spazio
all’arte
dal XVIII al XX secolo, fino
alle avanguardie del primo Novecento.

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"Dalle icone a Malevich". Nel Settecento
l’arte russa apprese uno stile “moderno”, distaccandosi man
mano dalla pittura delle icone, il passaggio è testimoniato a Pitti
dal "Ritratto
di
un
atamano"
di Ivan
Nikitin e dal "Ritratto della baronessa M. Stroganova" di
Roman
Nikitin (sulla sinistra dell'immagine).

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"Dalle icone a Malevich". I dipinti di Orest
Kiprenskij, Karl Brjullov, Silvestr Shchedrin, Fedor Alekseev, che si susseguono
in mostra descrivono i vari passaggi, le aperture ai modelli figurativi europei
e il delinearsi di uno stile russo tra la fine del Settecento e
la
prima metà dell’Ottocento.

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"Dalle icone a Malevich". Nella prima metà dell’Ottocento
molti artisti russi, dopo l'Accademia di San Pietroburgo, vennero in Italia
a
perfezionare la
loro arte. Alcuni artisti realizzarono opere per italiani e divennero esperti
nelle
tecniche
dei maestri; ciò fu tanto vero che, Orest
Kiprenskij, in uscita dal confine italiano abbe problemi
doganali con i suoi dipinti
che vennero scambiati ed attribuiti ad importanti artisti italiani. Alcuni dei
maestri
russi
nella prima metà del XIX
secolo sposarono italiane
(Kiprenskij, Lapchenko). Karl Brjullov visse e morì
nei pressi di Roma. Fra le opere della prima metà dell’Ottocento,
il
Ritratto di Elisaveta Saltykova (nell'immagine) di Brjullov,
in
mostra
nella
sala dedicata ai Demidoff della Galleria d’Arte
Moderna di Palazzo Pitti quasi faccia a faccia con il grande ritratto di Anatolio
Demidoff
dello stesso Brjullov.

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"Dalle icone a Malevich". Alcuni maestri
si dedicarono alla rappresentazione della vita russa: Aleksej Venecianov
e i suoi seguaci: Grigorij
Soroka, Nikifor Krylov. Fu caratteristica maggiore
dell’arte
russa della seconda metà dell’Ottocento l’interesse per
le tematiche sociali. Infatti nel 1861 in Russia venne abolita la servitù e
sia prima che dopo tale avvenimento molti pittori si ispirarono alla storia nazionale,
alle immagini dei contemporanei, alla loro vita quotidiana, alla natura della
Russia. Le opere di Ivan Kramskoj, Vasilj Surikov, Il’ja
Repin, Fedor Vasil’ev, Ivan Shishkin in mostra sono dedicate a questi soggetti.

Alla natura della
Russia si ispira Erba. Pargolovo, del 1884 di Ivan Siskin.

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"Dalle icone a Malevich". Particolare di Erba, di Ivan
Siskin, l'artista fu il primo ha dare un serio e costante significato allo studio
della natura.

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"Dalle icone a Malevich". Gli anni a cavallo
tra il XIX e il XX secolo costituirono un’epoca di pluralità di
stili, indirizzi, tendenze e individualità creative, in sintonia con quanto
andava avvenendo nella pittura europea. Di questo periodo sono proposti i lavori
di
tre
pittori: Mikhail Nesterov, Valentin Serov e Mikhail Vrubel, esemplificativi delle
sfaccettature
presenti nell’arte russa nel periodo precedente l’avanguardia. Gli
anni dal 1910 a tutti gli anni Trenta furono il periodo nel quale nacque e si
sviluppò in diverse forme l’avanguardia russa. I lavori di
Kandinskij, Malevich e Filonov rappresentano tipologie diverse dell’astrattismo,
che prende avvio agli inizi del XX secolo. I dipinti di Natalija Goncarova (suo,
nell'immagine,
è Lavandaie del 1911)
e
Kazimir Malevich,
della fine degli anni ‘20 e dell’inizio
degli anni ‘30, e di Pavel Filonov sono solo una piccola parte della ricca
varietà di opere dell’avanguardia russa presente nelle collezioni
del Museo Russo.

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"Dalle icone a Malevich". Nell'immagine
un momento della proiezione dei restaurati storici filmati russi in bianco e
nero
d'inizio secolo; la sovrammissione delle immagini permette di leggere l'opera
Serafino con le ali del 1904, di Michail Vrubel, artista, scultore,
scenografo, maestro decoratore, compositore.
Museo Russo
Istituito nel 1895 con decreto dello zar Nicola II, il Museo Russo
dell’imperatore
Alessandro III, così denominato fino al 1917 in onore del padre per
volere dello stesso Nicola II, divenne la prima raccolta statale di arte nazionale
in
Russia.
Le sue collezioni comprendono non solo icone e dipinti dal XVIII al
XXI secolo, ma anche eccellenti espressioni della scultura, della grafica,
delle arti decorative
e delle arti popolari in Russia.
Il Museo Russo possiede la più vasta collezione di opere di esponenti
dell’avanguardia russa. La raccolta include infatti ben 101 tele di Malevich,
oltre 30 disegni, 2 architekton e alcune opere in porcellana. Unica, e quasi
tutta donata al Museo Russo dalla sorella dell’artista, la collezione di
Pavel Filonov. Sono anche presenti opere di Kandinskij, Tatlin, Rodchenko, Popova,
Goncharova, Larionov e altri maestri dell’avanguardia russa.
Attualmente la principale sede espositiva del museo si trova nel cuore
di San Pietroburgo nel palazzo Mikhajlovskij, costruito da Carlo Rossi
negli anni
1819-1825, e nella cosiddetta ala di Benois sulla riva del canale Griboedov.
Nel corso degli
ultimi due decenni il museo ha ampliato i propri spazi espositivi in altri
palazzi nel centro della città: palazzo Stroganov (prospettiva Nevski e riva della
Mojka), il palazzo di Marmo (Millionnaja ul., affianco all’Ermitage) e
il castello Mikhailovskij (ul. Sadovaja, di fronte al Giardino d’Estate).Questi
palazzi ospitano adesso esposizioni tematiche (Il Museo Ludwig nel Museo Russo
dedicata all’arte internazionale nella seconda metà del XX secolo,
Artisti stranieri in Russia nei secoli XVIII-XIX ed altre) e mostre, anche
di artisti stranieri.
Gli spazi del Museo Russo comprendono anche il Giardino d’Estate con
il Palazzo di Pietro il Grande e la sua casetta. Il Museo Russo organizza
ogni anno dalle 25 alle 40 mostre nei propri spazi espositivi e all’estero.

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"Dalle icone a Malevich". Nell'immagine, le autorità russe e
italiane
in un momento dell'inaugurazione nella Sala
Bianca di Palazzo Pitti. La
mostra è stata promossa
dal Ministero della Cultura della Federazione Russa con il Museo Russo di San
Pietroburgo
e
dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali Italiano con la Soprintendenza Speciale
per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale
della città di Firenze e la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

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"Dalle icone a Malevich". Nell'immagine, ancora un momento dell'inaugurazione
nella Sala
Bianca di Palazzo Pitti, autorità russe e
italiane in prima fila.

Altre informazioni su eventi e mostre a palazzo Pitti e nel giardino di Boboli:
- indice
- Jacopo
Ligozzi" pittore universalissimo" (Verona 1549 c. - Firenze
1627)
- Una volta nella vita.Tesori dagli archivi e dalle biblioteche di Firenze
- Lusso ed eleganza. La porcellana francese a Palazzo Pitti e la manifattura Ginori (1800-1830)
- "Giappone Terra
d'incanti"
- presentazioni
- nella
sala Bianca: "Restituzioni
2011. Tesori d'arte ritrovati" - Caravaggio - L'arma
per l'Arte - Archivi
della Moda del '900
- nella
Galleria d'Arte Moderna: Luci
sul '900. Il centenario della Galleria
Arte Moderna d Palazzo Pitti 1914-2014 - "Da
Boldini a De Pisis. Firenze accoglie
i capolavori di Ferrara" - "Dagli
splendori di corte al lusso borghese. L’Opificio delle Pietre
Dure nell’Italia unita" - "Dalle
icone a Malevich" - "Ruggito" - "L’altra
faccia dell’anima. Ritratti di Giovanni Fattori" - "Musica
in scena" - "Arte
e manifattura di corte a Firenze"
- nella Galleria
Palatina: "La
Bella" di Tiziano restaurata.
- nella Galleria del Costume: Il catalogo della
mostra: "Omaggio al Maestro Piero Tosi. L’arte dei costumi di scena
dalla Donazione Tirelli - "Arazzi
d'autore"
- nel Museo degli Argenti: "Vinum
Nostrum" - "Pregio
e bellezza.Cammei e intagli dei Medici" - "Memorie
dell'Antico nell'arte del Novecento" - "I
Medici e le scienze"
- eventi nel Giardino
di Boboli:
(eventi
a Boboli della sezione giardini) -
"Prospettive
vegetali" nel giardino di Boboli - Da
Petra a Shawbak. Archeologia di una frontiera - Il
giardino antico da Babilonia a Roma
Archivio 2007 e
mostre passate - La
Meridiana di Palazzo Pitti