Gabinetto
Disegni e Stampe degli Uffizi
Lo sguardo inquieto dell’Avvoltojo subalpino
opere su carta di Italo Cremona (1905-1979)
Sala Detti del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
12 luglio – 10
settembre 2006

Nuovo appuntamento al Gabinetto Disegni
e Stampe degli Uffizi di Firenze per un’esposizione riguardante
una selezione di ottantacinque opere, tra disegni e stampe, di Italo
Cremona
(1905-1979).
La mostra, promossa dal Gabinetto Disegni e Stampe con la
collaborazione dell’Archivio Storico Italo Cremona di Torino, della
Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, della Cineteca
di Bologna e dell’Institut Français de Florence, rimarrà aperta
nella Sala Detti del Gabinetto Disegni e Stampe dal 12 luglio al 10 settembre
2006. E’accompagnata da un catalogo a stampa introdotto da Antonio
Paolucci, coordinato scientificamente da Marzia Faietti, con contributi
di Sigfrido Bartolini, Roberto Lupo, Anna Modena, Giuseppe Nicoletti
(Leo S. Olschki Editore, Firenze - Collana del Gabinetto Disegni e Stampe
degli
Uffizi XCIV).
Inaugurazione 11 luglio alle h 17
11 luglio alle ore 21, all’Institut Français de Florence, proiezione del film
"
Confessione” (1941) di Flavio Calzavara, con le scenografie di
Italo Cremona
Avvoltojo subalpino è un’espressione coniata
da Roberto Longhi per l’intelligente, inquieto, visionario, malinconico
lombardo - piemontese Italo Cremona, i cui artigli, a suo dire, non
avevano risparmiato «il
fragile tubercolotico Klee». A sua volta Longhi ricevette in
cambio dall’artista un’espressione altrettanto felice e
degna di un Maestro: Gran Margravio delle Langhe.
Il Gran Margravio delle Langhe Roberto Longhi e il Selvaggio Mino
Maccari costituiscono due poli di riferimento ineludibili per chi
voglia comprendere
alcuni degli aspetti della sfaccettata quanto complessa personalità di
Cremona, critico acuto e artista interessante, che la mostra odierna
e il catalogo che l’accompagna si propongono di illustrare.
Il primo, Roberto Longhi, ebbe un rapporto piuttosto intenso con
il nostro artista, di cui apprezzava la penna, al punto da ospitare
nella
sua rivista
fiorentina “Paragone” una rubrica di Cremona, significativamente
intitolata Acetilene. Al secondo, Mino Maccari, spettò il
merito di avviare il pittore Cremona sulla strada della grafica.
Del resto, era
stato proprio Longhi, in un contributo del 1938 dedicato a Maccari
illustratore e disegnatore, lodato senza riserve dall’illustre
studioso, a scrivere «[…]
almeno dai primi del Novecento (per chi non voglia rimontare più in
su al crocicchio delle vie Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Gauguin),
l’arte è molto
più sotto il segno dei “grafici” che dei pittori,
[…]».
Una triangolazione, dunque, quella di Longhi-Maccari-Cremona, degna
di essere ulteriormente indagata.
Dedicata alle opere su carta di
Italo Cremona acquisite dal Gabinetto
Disegni e Stampe degli Uffizi tramite diverse donazioni ricevute
nel 1996 (dalla
vedova Cremona) e tra il 2004 e il 2005 (dall’Archivio Storico
Italo Cremona), la mostra intende offrire un’ampia selezione
dei disegni e, soprattutto, delle stampe dell’artista, spesso
accompagnate dagli studi preparatori. L’analisi dell’attività incisoria è dovuta
a Sigfrido Bartolini, artista a sua volta e amico personale di Cremona,
nonché profondo conoscitore della materia (spetta a lui il
volume monografico sull’opera incisa uscito nel 1994 presso
la Libreria Prandi di Reggio Emilia). I contributi di Anna Modena
e di Giuseppe Nicoletti
chiariscono, invece, aspetti differenti della personalità critica
cremoniana, soffermandosi rispettivamente e, in particolare, sul
rapporto con Roberto Longhi e con Mino Maccari.
A Roberto Lupo, appassionato
Presidente
dell’Archivio Storico Cremona, spetta una commovente testimonianza
biografica su Cremona.
La catalogazione delle opere esposte, in parte ottenute in prestito,
per completezza di documentazione, dall’Archivio Storico, è affrontata
da tre giovani studiosi, Elisa Maggini, Ilaria Rossi e Raimondo
Sassi.
Un aspetto della articolata curiosità e della multiforme
attività dell’intellettuale
Cremona riguarda, tra il 1937 e il 1949-1953, la sceneggiatura
di film, che annovera diversi titoli assai celebri, come ad esempio,
La figlia
del Corsaro Verde, 1940; Cenerentola e il signor Bonaventura,
1941; Calafuria, 1942; Dagli Appennini alle Ande, 1942-1943.
A questo proposito la Cineteca di Bologna e l’Institut Français
de Florence dedicheranno all’artista, in concomitanza con l’apertura
della mostra, la proiezione del film “Confessione” (Italia,
1941) di Flavio Calzavara, (7 luglio, ore 10,30: Cineteca di Bologna, Cinema
Lumière 2; 11 luglio, ore 21.00: Institut Français de Florence).
Anche dalla sola osservazione della grafica e dei disegni risulta
evidente che Cremona non è un artista dallo scherzo facile
e fine a se stesso: si intuisce costantemente un vortice profondo
di pensieri cupi, persino
nei momenti (e nei soggetti) in cui sembra trionfare la carnalità,
come nella stampa che commenta la poesia del poeta bolognese
barocco Claudio Achillini, un vero trionfo di mammelle, rotonde
e morbide. L’atteggiamento
di Cremona, osservatore attento, nei suoi nudi, delle sinuose
linee femminili, è del
tutto diverso da quello trionfante e vitalistico di Achillini,
che si perde serenamente nel naufragio dei sensi, deciso a trovare
rifugio nel porto
sicuro dei due scogli-mammelle della sua Giunone.
Ben più complessa è la
sensualità di Cremona, profusa
anche nelle forme esuberanti e fantastiche delle armi. Quelle
armi, spesso così antropomorfe e pronte a colpire, ma
talvolta quasi ferite esse stesse, nascondono ben altro.
Un appunto manoscritto dell’artista, rintracciato sul verso di un
disegno dell’Archivio Storico, sembra quasi il messaggio di un naufrago
affidato alla bottiglia. La trascrizione proposta a seguito rende a tutti
chiaro come l’artista Cremona fosse impegnato a tenere a bada la
più grande e la più inevitabile delle seccature che l’uomo
Cremona ha condiviso con i suoi simili:
«
[…]e i figli se ne impossessavano, talvolta le portavano
persino a scuola. La prima rivoltella mia riuscii ad averla a
tredici anni, la
mostrai con fierezza ad un compagno, figlio di un personaggio
autorevole, per quanto mi sforzi, non ne ricordo il nome, che
se la mise in tasca e
mi disse: «se fiati lo dico a mio padre e tu finisci al
riformatorio».
Soluzione manzoniana.
Poi fu il fascismo e le rivoltelle si sprecavano ma in tasca
ai ragazzi se dovessimo credere a tutti quanti sognano raccontano
di averle
adoperate saremmo vivi una metà di quanti siamo. La quantità di balle
che è stata raccontata narrata in proposito è immensa: in
conseguenza di tali balle qualcuno purtroppo ci ha rimesso la pelle…
L’ultimo mio rapporto carnale con pistole e revolver fu a Roma dove
abitavo dopo l’8 settembre. Un “ukase” probabilmente
tedesco, ordinò la consegna delle armi entro una certa ora ai commissariati
di P. S. Mi affrettai a consegnare due belle cosette che avevo comprato
pochi mesi prima e che vidi sparire con dolore in un mucchio di centinaia
di revolver e pistole tali da soddisfare tutte le voglie dei [ragazzi]
di allora e dei collezionisti di oggi.
Quanto ho detto più sopra può illuminare un poco le ragioni
delle incisioni che ho adesso raccolte.
In esse sia chiaro, non c’è nessuna intenzione dissacratoria,
caricaturale, pacifista. Qualsiasi cosa, arnese, macchina o strumento
che sia, può essere interpretato col disegno in questo
o quel modo e servire a rebus, polisensi, scioglilingua enigmi
grafici ed è scontato
che la forma di queste armi contiene (può suggerire) significati
sessuali e purtroppo mortuari. Del resto “pistoline”, “pistolone” sono
modi di dire popolareschi ben noti, e piuttosto scherzosi. E
per dire della morte, chissà che questo giocarci intorno
senza tirar troppo la corda, sia stato, sia un modo per tenere
a bada il più possibile
questa inevitabile seccatura.»
(I. Cremona, carta manoscritta
apposta sul verso di un disegno di pistola intitolato Münchausen
/ Tromboncino bresciano per arsenale, Torino, Archivio Storico
Italo Cremona, trascrizione a cura di Amalia Bottino).
Lo
sguardo inquieto dell’Avvoltojo subalpino
opere su carta di Italo Cremona (1905-1979)
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Piazzale
degli Uffizi, 50122
Firenze
12 luglio – 10 settembre 2006 - Da martedì a domenica: h8,30 – h
18,30 (chiuso il lunedì) - Ingresso gratuito
11 luglio alle h 21, all’Institut
Français de Florence,
proiezione del film
"
Confessione " (1941) di Flavio Calzavara, con le scenografie da
Italo Cremona
Fonte GDSU
Mostre ed eventi trascorsi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi:
- “Jacques Lipchitz a Monaco, Firenze e Prato. Disegni
per
sculture 1910-1972”
- "Il dolce
potere delle corde" Orfeo, Apollo, Arione e Davide
nella grafica tra Quattro e Cinquecento"
- I "libri di stampe" dei
Medici e le stampe in volume degli Uffizi
- "La donazione Giulia Napoleone"
- Linea II. "Tangenze,
Intrecci, Nodi, Labirinti. Strutture e significati della linea tra antico e
contemporaneo"
- 4 novembre 1966 Fotografie
dell'alluvione di Firenze
- Fausto Melotti graphikòs
- Innocente
e calunniato. Federico Zuccari (1542-1609) e
le vendette d’artista - Contributo: "L'uomo
che criticò la Gioconda (e non soltanto)"
- Mostre
ed eventi nel 2008
- Firenze 1944-1945 - danni di guerra
- De Ludo Scachorum, un manuale sul gioco degli
scacchi scritto e illustrato dal frate Luca Pacioli
- Albrecht
Dürer
Incisore. - Originali, Copie e Derivazioni nelle Collezioni del Gabinetto
Disegni e Stampe
degli Uffizi
- Albrecht Dürer e l’Italia alle Scuderie
del Quirinale - Roma
-
LINEA I :
Grafie di immagini, tra Quattrocento e Cinquecento
- Lo
sguardo inquieto dell’Avvoltojo
Subalpino - Opere su carta di Italo Cremona (1905-1979)
- Le acquisizioni 2005 del Gabinetto
Disegni e Stampe degli Uffizi
- Mostra
di una selezione di opere della donazione di Giannino Marchig
- VIII edizione della Settimana della Cultura dal 2 al 9 Aprile 2006
- Bramante e gli altri - Storia di tre codici e di un collezionista
- Futurismo e Bon Ton
i fratelli Thayaht e Ram
- CECCO
BONANOTTE, LA DIVINA COMMEDIA
- LA TOSCANA DI JOSEPH PENNELL TRA OTTO E NOVECENTO
- LA
MENTE DI LEONARDO - Al tempo della battaglia di Anghiari ( 1504-1506 )
Altre mostre ed eventi sul disegno e grafica
Rembrandt
e Morandi mutevoli danze di segni incisi
Museo Morandi - Bologna 1 novembre 2006 - 7 gennaio
2007