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Firenze

Allestimento nella Sala Bianca"Firenze e gli antichi Paesi Bassi" 1430-1530
dialoghi tra artisti: da Jan van Eyck a Ghirlandaio, da Memling a Raffaello...
Informazioni - Immagini

La mostra "Firenze e gli antichi Paesi Bassi - 1430-1530
dialoghi tra artisti: da Jan van Eyck a Ghirlandaio, da Memling a Raffaello..." è organizzata in occasione del cinquantenario della fondazione l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria Palatina, l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Firenze Musei.

Grazie agli intensi rapporti commerciali ed artistici con gli antichi Paesi Bassi, e all’importanza delle scuole pittoriche di quelle regioni, nel Quattrocento fu grande in Italia, e in particolare nella Firenze dei Medici, l’interesse per i dipinti fiamminghi.
L’adozione, nella tecnica pittorica, dell’olio come legante dei colori, benché già nota fino dal Medio Evo, assunse allora larga diffusione sotto l’influsso degli innovativi e brillantissimi risultati della pittura di Jan van Eyck e dei suoi numerosi imitatori e seguaci.

Anche a Firenze, attraverso la vivace attività commerciale dell’epoca e gli intensi rapporti con i centri mercantili del nord Europa giunsero le nuove proposte artistiche fiamminghe che venivano ricercate e commissionate dagli stessi ricchi mercanti e banchieri fiorentini così come ci testimonia la presenza delle numerose opere provenienti dal Nord.
Membri di importanti famiglie fiorentine come i Portinari, i Baroncelli, i Pagagnotti, i Tani, accreditati a Bruges come rappresentanti di imprese commerciali e bancarie, quali il Banco dei Medici, agirono, nel campo artistico, come elementi di congiunzione tra il mercato locale e la richiesta dall’Italia, facendosi intermediari o acquirenti di opere destinate a dar lustro alle chiese, ai palazzi, alle ville fiorentine, o alle loro proprie abitazioni e cappelle a Firenze e al Nord.
Anche presso gli artisti fiorentini, le innovazioni della pittura neerlandese suscitarono un interesse straordinario. La presenza a Firenze di capolavori di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, nonché di vari altri maestri degli antichi Paesi Bassi, e in particolare l’opera più celebre e più monumentale, il Trittico Portinari di Hugo van der Goes (Firenze, Galleria degli Uffizi), installato sull’altar maggiore della chiesa di Sant’Egidio a Santa Maria Nuova nel 1483, ebbe un impatto vigoroso e profondo nell’ambiente artistico locale.
Dal Beato Angelico e da Filippo Lippi a Botticelli, Leonardo, Perugino e Ghirlandaio, da Lorenzo di Credi a Fra’ Bartolomeo, fino a Raffaello, Andrea del Sarto e Pontormo, la magica poesia della luce e dell’osservazione analitica dei paesaggi, degli interni e delle cose, che conferiscono consistenza tattile ed emotiva ai personaggi e agli ambienti, entra con le più varie sfumature a far parte integrante del linguaggio figurativo del rinascimento fiorentino.

"E' un confronto emozionante tra le più eccelse manifestazioni della pittura quattrocentesca in Europa", commenta la Soprintendente Cristina Acidini.
La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere neerlandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attraverso una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso, divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe.
Venduti poi dai discendenti delle famiglie che li possedevano, smembrati e dispersi sul mercato antiquario, e finalmente acquisiti dai più importanti musei e collezioni nel mondo, vengono almeno in parte ricomposti e presentati integralmente qui per la prima volta dopo vari secoli. E’ il caso, ad esempio, dei due trittici Pagagnotti del grande Hans Memling e del Maestro della Leggenda di Sant’Orsola, le cui tavole sono oggi divise tra musei di Cherbourg, Fiesole, Firenze, Londra e New York.

La grande fortuna degli esempi nordici viene documentata in mostra anche da una accurata scelta di incisioni, che furono un efficace veicolo della larghissima diffusione di tipologie, soggetti, e soluzioni formali inediti per il tempo.
Accanto, la mostra propone una serie di dipinti e miniature fiorentini contemporanei, proprio per illustrare la risposta (anzi le risposte) che gli artisti locali diedero allo novità. Con accostamenti a volte straordinariamente stimolanti, viene evidenziata l’attenzione che i fiorentini riservavano a quei nuovi modelli, ma anche la radicale diversità della loro concezione spaziale e la piena indipendenza delle soluzioni pittoriche, tanto nei temi sacri come nei ritratti di Andrea del Castagno, del Ghirlandaio, del Botticelli, Lorenzo di Credi e Raffaello.
Comunque, e non fu certo un caso, anche a Firenze riprese vigore la produzione di piccoli dittici e trittici portatili, con gli sportelli chiudibili dipinti a monocromo sui versi; ne abbiamo esempi da Filippino Lippi, da Fra’ Bartolomeo e da Mariotto Albertinelli, con sottigliezze luministiche che ben poco hanno da invidiare ai prototipi fiamminghi.
La mostra, come è stato accennato, trova la sua immediata origine e la sua ragione nell’intento congiunto di celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte a Firenze. Durante il mezzo secolo della sua esistenza, questa istituzione ha fatto dello studio sistematico dell’arte fiamminga e olandese nei suoi rapporti reciproci con l’arte italiana, una fondamentale e costante componente del suo programma di ricerca.
Il confronto diretto fra capolavori delle scuole pittoriche fiorentine e degli antichi Paesi Bassi nel periodo scelto, che produsse opere tra le massime espressioni della pittura europea, viene proposto per la prima volta con il duplice scopo di verificare l’effettiva realtà dei reciproci influssi ma anche la sostanziale autonomia stilistica delle due scuole; e di sottolineare la cordiale intesa fra le due culture, valida ancora oggi attraverso il comune impegno di studi in Olanda e Italia. c.s.


"Firenze e gli antichi Paesi Bassi" 1430-1530
dialoghi tra artisti: da Jan van Eyck a Ghirlandaio, da Memling a Raffaello...
Firenze, Galleria Palatina, Sala Bianca
Giovedì 20 giugno - 26 ottobre 2008 - Informazioni - Immagini

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Pagina pubblicata il 27-06-2008 - Aggiornato il 28-Giu-2008